
C’è una notte all’anno in cui le maschere non servono a nascondersi ma a mostrarsi. È la notte del 31 ottobre, Halloween – il momento in cui i vivi evocano le proprie paure ed esorcizzano la morte.
Le origini della festa affondano nelle radici celtiche di Samhain, celebrazione che segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. Era un tempo sospeso, in cui il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliava. Una festa pagana affascinante ed evocativa.
Come ogni anno, non mancano le polemiche: c’è chi, in ambienti religiosi, vede in Halloween un richiamo al mondo delle tenebre e una minaccia alla fede. C’è poi chi denuncia che questa non sia altro che una festa di importazione e che il fenomeno di massa sia diventato un momento di consumismo sfrenato. Eppure, riti simili esistono ovunque. Feste e simboli che si tramandano di generazione in generazione e che, nello spazio globalizzato, oggi tendono a incontrarsi, confondersi e mescolarsi tra loro.
Con la solennità di Ognissanti, la Chiesa cattolica venera la memoria di tutti i santi. La festa si diffuse in Europa dall’VIII secolo. Il cristianesimo assorbì i riti pagani che celebravano l’arrivo della stagione fredda. Fu Papa Gregorio III a fissare la data dell’1 novembre in occasione della consacrazione, nella basilica di San Pietro a Roma, di una cappella dedicata ai santi apostoli, martiri e confessori. Ai tempi di Carlo Magno la festa era ormai diffusa in tutto l’Occidente, e nell’835 Luigi il Pio la proclamò festa di precetto. Successivamente, Gregorio IV ne estese la celebrazione a tutta la Chiesa.
A differenza di altri Paesi – come la Polonia, l’Irlanda o il Messico – dove la ricorrenza è vissuta in un modo gioioso, in Italia prevale il raccoglimento. L’atmosfera è più intima, segnata dal cordoglio e dalla credenza che i defunti facciano visita ai propri cari: comunque la si pensi, è un momento di unione familiare e di memoria condivisa.
Ma arriviamo ai suggerimenti di lettura. Quale momento migliore di Halloween per ricordare una delle recenti pubblicazioni di Catartica Edizioni – Atto di dolore di Isabella Grandesso (Collana Cronache dell’immaginario, 2025). Quattro racconti che scavano nella parte più profonda dell’animo umano.
C’è il male che si insinua nei pensieri, il tempo che si deforma, le voci che arrivano da un altrove mentale più che fisico. Un monastero, una bottega, una biblioteca, una casa – luoghi che, sotto la penna di Grandesso, diventano varchi, soglie verso l’abisso della memoria, della colpa, del desiderio. È qui che l’orrore diventa conoscenza, e la paura, invece di paralizzare, rivela. Forse è proprio questo che lega Atto di dolore al alla festa di Halloween. Perché la notte del 31 ottobre non è soltanto la festa dei mostri, ma un rito arcaico in cui si impara a guardare l’oscurità – fuori e dentro di noi.
E allora godiamoci questo carnevale delle tenebre con la lettura di questi quattro racconti. Leggerli è come precipitarsi in una realtà immaginaria, dove ogni racconto riflette una delle nostre paure più intime. Quando chiudi l’ultima pagina, ti resta addosso la sensazione che il vero “altrove” non sia nei fantasmi, ma nella mente che li crea.
(Redazione)






