Complimenti, hai esordito! Ora sparisci

Interlinea

Dopo aver parlato dei rischi di esordire con una grossa casa editrice QUI e in che modo l’autore viene bruciato QUI vorrei spiegarvi oggi quali sono le conseguenze di tutto ciò.

Ho già scritto che l’autore, pur senza colpe, viene marchiato dal flop. Flop derivante dalla scarsa vendita del suo titolo d’esordio, a sua volta derivante dalla mancanza di pubblico e dal sistema della logica industriale del grande gruppo. È capitato spesso e continua a capitare tuttora.

Quando il titolo dell’esordiente è un flop per la grossa casa editrice non pensate che darà una seconda possibilità all’autore. È molto difficile. E anche ingiusto, se pensiamo che la casa editrice può averlo pubblicato per favorire relazioni interne o per tenere viva una parvenza di scoperta letteraria.

Nel mondo editoriale, purtroppo, le vendite passate contano più della qualità letteraria. Se il primo libro ha venduto poco, sarà molto più difficile per l’autore trovare un altro editore disposto a scommettere su di lui. Il paradosso è: se un libro fa schifo e vende, quell’autore che scrive da schifo continuerà a ricevere offerte di pubblicazione. E quello che scrive bene ma non vende perché, come in questo caso, potrebbe non aver ricevuto una promozione adeguata, non avrà un’altra proposta di pubblicazione, perlomeno nelle grosse realtà editoriali. Che poi, un autore che riesce a esordire in Mondadori si gasa. È difficile in seguito “doversi accontentare” della piccola casa editrice. Quindi fate molta attenzione.

Altra cosa: anche gli agenti letterari controllano i numeri di vendita. Un flop d’esordio diventa un dato oggettivo che li scoraggia. E magari li può spingere a non rappresentarvi.

Curiosità: i grandi editori registrano le performance in banche dati condivise, quindi un autore con scarsi numeri all’attivo difficilmente potrà presentarsi “pulito” altrove.

Questa sì che la reputo una grande schifezza. Il sogno di un autore è pubblicare con una realtà nazionale, vedere il suo nome nelle librerie, partecipare ai firmacopie, alle presentazioni con altri grandi autori. Diventare un autore riconosciuto (anche di questo possiamo parlarne in futuro). E dopo che riceve un esordio in una grossa realtà e non vende perché la sua pubblicazione è frutto di favori o di facciata (ovviamente lui potrebbe non saperlo né rendersene conto) alla fine si ritrova la carriera distrutta in partenza per colpa di un male che non smetterò mai di criticare e che non smetterà mai di apparire in questi articoli. Il capitalismo.

Quindi, cari autori o aspiranti tali, state attenti alle proposte. Informatevi. Non lasciate che la vostra fame di sogni o di riconoscimento alteri la vostra capacità di giudizio. Perché voi dovreste essere quelli che pensano, non quelli che si fanno abbindolare.

E sapete come non ci si fa abbindolare? Leggendo. Che di autori che non leggono e pubblicano cominciamo a stufarci.

(Giuseppe Brundu)

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