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Narrativa indipendente: la Sardegna che il mainstream non vuole raccontare


Due romanzi usciti a poche settimane di distanza, entrambi pubblicati da Catartica Edizioni, mettono al centro la Sardegna e una delle sue battaglie più urgenti: quella contro la speculazione energetica. L’estate dei segreti di Omar Onnis (uscito il 14 aprile) e Il candidato di Maurizio Onnis (in libreria dal 14 maggio) affrontano il tema con approcci e pubblici diversi, ma condividono un obiettivo comune: raccontare la realtà sarda attraverso la narrativa, evitando esotismi e l’immagine folklorica che tanto piace al mainstream.

Il candidato è un romanzo per adulti, crudo e diretto, in cui la narrativa si fa militante – nel senso più alto del termine. Racconta la resistenza di un popolo, quello sardo, alla svendita delle proprie risorse e al saccheggio sistematico del territorio da parte di multinazionali e speculatori. Una storia politica, certo, ma anche profondamente umana, che mette in scena contraddizioni, paure e il coraggio di chi sceglie di non arrendersi. Maurizio Onnis, che ha pubblicato con grandi editori ed è tradotto all’estero, sceglie per la prima volta di pubblicare un romanzo con un editore sardo. Lo fa con un testo senza compromessi, che parla chiaro e chiama alla responsabilità collettiva: “il finale dobbiamo ancora scriverlo, tutti insieme”.

L’estate dei segreti, invece, è un romanzo pensato per i più giovani, ma – come spesso accade con la buona letteratura – il suo messaggio è trasversale. La storia di Francesca e Andrea, due adolescenti che tornano in Sardegna con il padre dopo la morte della madre, si sviluppa come un’avventura estiva che si trasforma in un percorso di scoperta: del territorio, dei legami familiari, delle contraddizioni sociali. Omar Onnis, già autore di saggi, divulgatore e attivista politico, firma un libro che parla ai più piccoli con un linguaggio immediato, ma non rinuncia a temi fondamentali come la difesa ambientale, la memoria e l’identità.

Con questi due titoli, Catartica Edizioni prosegue il lavoro di costruzione di un filone letterario poco battuto ma ricco di potenzialità: la “narrativa del territorio”. Un genere che non vuole sostituirsi alla saggistica, ma che affonda nella realtà sarda per raccontarla attraverso le sue storie. Storie che rifiutano la retorica del folklore e della “Sardegna da cartolina”, scegliendo invece di attraversare contraddizioni, servitù, resistenze.

La questione energetica, oggi tornata d’attualità con il nuovo assalto dell’eolico, non è certo nuova. Da oltre vent’anni esiste un’opposizione indipendentista e civica ai modelli di sviluppo imposti dall’alto: vere e proprie manifestazioni coloniali dello Stato, che si ripresentano in forme sempre più ambigue e aggressive, mascherate dalla retorica sulle opportunità di lavoro in risposta alla crescente disoccupazione e allo spopolamento. In Sardegna, però, da sempre c’è chi resiste. Dalle mobilitazioni contro l’attività estrattiva nelle cave all’inizio degli anni Duemila, passando per la lotta contro l’occupazione militare, fino al rifiuto dell’ipotesi di centrali nucleari e del deposito unico di scorie radioattive. La Sardegna è terra di mobilitazioni, come quella più recente contro la speculazione energetica, con oltre 210 mila firme raccolte lo scorso anno per la proposta di legge “Pratobello 
24” – ad oggi completamente ignorata dalla classe politica sarda. Un gesto forte, nato dal basso, con l’obiettivo chiaro di difendere il territorio.

In questo contesto, l’editoria indipendente può giocare un ruolo fondamentale. Secondo l’idea di Giovanni Fara, che ha promosso queste pubblicazioni con Catartica, una casa editrice non è solo un contenitore, ma un soggetto di promozione culturale e di stimolo per il dibattito politico e sociale. Catartica non fa narrativa “per piacere” né per seguire le mode del mercato. Racconta una Sardegna reale, nel bene e nel male, con scelte editoriali coerenti e spesso controcorrente.

Ma il più delle volte, la microeditoria sarda – anche quella che si definisce indipendente – finisce per rincorrere sussidi e consenso facile, piegandosi cioè alle logiche che regolano la maggior parte degli eventi culturali. Basti pensare all’enorme programmazione festivaliera, che esclude chi propone contenuti critici. Gli autori che parlano davvero della Sardegna vengono relegati alle anteprime o ai programmi “off”, mentre a dominare resta l’immagine esotica dell’isola: mare, cibo, ospitalità. Una visione che riduce la cultura a folklore e cancella le parti vive e conflittuali della nostra storia.

Ribaltare questo paradigma è possibile – e necessario. L’estate dei segreti e Il candidato non sono romanzi “a tema”. Sono strumenti di riflessione, di presa di coscienza, di costruzione collettiva. La narrativa, in questo caso, non serve solo a intrattenere: serve a capire chi siamo, e dove stiamo andando.

E forse, anche grazie ai libri, possiamo cominciare a riscrivere quel finale di cui parla Maurizio Onnis. Insieme.

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