Scultura, Attivismo e Donne: Intervista a Cinzia Porcheddu
Cinzia Porcheddu รจ una scultrice di Porto Torres le cui opere sono altamente apprezzate per il loro valore e pregio artistico. Particolarmente sensibile alla valorizzazione della cultura sarda e alle tematiche ambientaliste, รจ da sempre in prima linea nelle mobilitazioni in difesa del territorio e del suo ecosistema.
Tra il 2022 e il 2023, Cinzia ha esposto la mostra “Anime Liquide” all’Antiquarium Turritano di Porto Torres, continuando a sensibilizzare sul rispetto della terra e sulla fragilitร della bellezza del patrimonio artistico e paesaggistico. La mostra, un richiamo alle creature marine che abitano gli abissi, simboleggiava il grido di allarme di un ecosistema compromesso dall’attivitร antropica poco attenta e indifferente ai danni irreversibili che ha causato e continua a provocare.
Cinzia Porcheddu possiede un Diploma Accademico in Scultura conseguito presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari. Nel 2005 ha ottenuto la qualifica professionale per l’utilizzo di macchinari a controllo numerico per la lavorazione della pietra presso la Bidese Impianti a Vicenza. ร la prima donna in Sardegna ad aver conseguito questo titolo e ad aver utilizzato un macchinario CNC di queste dimensioni (7m x 3m x 3 di altezza circa) completo anche di tornio. Negli anni ha lavorato su una vasta gamma di materiali, tra cui vari tipi di Trachiti, Basalto, Calcare di Orosei, Marmo di Carrara, e altri ancora.
Oggi abbiamo il piacere di rivolgerle alcune domande per la nostra rubrica “Arti & Mestieri”, la rubrica diretta da Manuela Orrรน.
1) Cinzia, vorresti parlarci del tuo percorso professionale ed artistico? Quali sono stati i momenti piรน significativi della tua carriera?
Il mio percorso artistico รจ iniziato con la specializzazione in scultura all’Accademia di Belle Arti, un’arte che ho sempre sentito profondamente mia. Conclusi gli studi accademici, ho avuto la fortuna di lavorare in laboratori e cave, dove ho imparato a utilizzare macchinari complessi, come la contornatrice a controllo numerico, che ho imparato a usare da sola.
Un momento cruciale รจ stato il mio coinvolgimento nei simposi di scultura, che mi hanno permesso di confrontarmi con artisti di tutto il mondo. Queste esperienze mi hanno arricchito non solo professionalmente, ma anche umanamente, creando legami indissolubili nel tempo. Tra i miei progetti piรน significativi c’รจ la scultura “Anima Liquida” a Stintino, una coda di balena che emerge dall’acqua nel porto vecchio, dedicata al santuario dei cetacei e pensata per sensibilizzare al rispetto e alla tutela di un ecosistema fragilissimo (https://youtu.be/JkTTDOznQA4?si=gaJchKpykr4YV33T).
Uno dei miei rimpianti รจ non aver compreso appieno l’importanza di Pinuccio Sciola quando era mio docente. Solo anni dopo ho realizzato la sua grandezza e sono riuscita a stabilire un legame profondo con lui che ora considero un maestro e la sua opera. La realizzazione della scultura “SoNoS”, dedicata ad Andrea Parodi, รจ stata l’esperienza piรน intensa della mia carriera, un viaggio artistico e umano senza eguali, che ha segnato un riconoscimento importante per il mio lavoro nella mia cittร , Porto Torres.
Un momento cruciale รจ stato il mio coinvolgimento nei simposi di scultura, che mi hanno permesso di confrontarmi con artisti di tutto il mondo. Queste esperienze mi hanno arricchito non solo professionalmente, ma anche umanamente, creando legami indissolubili nel tempo. Tra i miei progetti piรน significativi c’รจ la scultura “Anima Liquida” a Stintino, una coda di balena che emerge dall’acqua nel porto vecchio, dedicata al santuario dei cetacei e pensata per sensibilizzare al rispetto e alla tutela di un ecosistema fragilissimo (https://youtu.be/JkTTDOznQA4?si=gaJchKpykr4YV33T).
Uno dei miei rimpianti รจ non aver compreso appieno l’importanza di Pinuccio Sciola quando era mio docente. Solo anni dopo ho realizzato la sua grandezza e sono riuscita a stabilire un legame profondo con lui che ora considero un maestro e la sua opera. La realizzazione della scultura “SoNoS”, dedicata ad Andrea Parodi, รจ stata l’esperienza piรน intensa della mia carriera, un viaggio artistico e umano senza eguali, che ha segnato un riconoscimento importante per il mio lavoro nella mia cittร , Porto Torres.
2) ร stato difficile affermarti in questo settore, che puรฒ apparire come inusuale per una donna? Quali sfide hai dovuto affrontare e come le hai superate?
Affermarsi nel mondo dell’arte, e ancor piรน nella scultura, รจ difficile per chiunque, soprattutto in un’epoca in cui l’arte non viene considerata un vero e proprio lavoro. Per me, come per molti colleghi, la scultura finisce spesso in fondo alla lista delle prioritร , perchรฉ le esigenze della vita quotidiana richiedono altro.
Essere una donna in questo settore puรฒ comportare sfide aggiuntive. Nonostante mi sia spesso chiesta se avrei avuto piรน opportunitร come uomo, non mi sono mai sentita trattata diversamente o penalizzata per il mio genere. Anzi, ho sempre ricevuto rispetto e stima dai miei colleghi, e credo di essere all’altezza, se non piรน capace, di alcuni di loro. Il mio approccio alla scultura รจ molto impegnativo: scavo fino a lasciare piรน materiale in terra che nella scultura che rimane, basta guardare cosa รจ rimasto dei due metri cubi di “SoNoS”.
Una delle difficoltร maggiori รจ combattere contro un livello culturale basso e la presunzione di molti di poter fare tutto, anche la scultura. Questo porta spesso all’assegnazione di incarichi a persone poco competenti, mentre i professionisti faticano ad affermarsi. Inoltre, la tendenza di alcuni a regalare il proprio lavoro svaluta non solo il loro impegno, ma anche quello degli altri artisti. Oggi mi dedico prevalentemente allo studio e alla ricerca, consapevole dell’importanza di coltivare continuamente le mie conoscenze.
3) Dove reperisci i materiali per le tue sculture e come inizia la fase di lavorazione delle opere? Come avviene la trasformazione di un progetto in una scultura finita?
Recupero i materiali in diversi modi, spesso utilizzando scarti di lavorazione. Se realizzo opere di grandi dimensioni, metto da parte i pezzi piรน piccoli per creare sculture minori. Per i lavori piรน impegnativi, mi affido a fornitori con cui collaboro, scambiando il mio lavoro con i materiali. Loro sono felici di avere una mia opera in cambio.
La fase di realizzazione nasce dall’idea di trasformare un concetto astratto in qualcosa di tangibile. In pratica, spesso inizio con un bozzetto in argilla o in un materiale come la trachite tenera. Per opere complesse, come “SoNoS”, realizzo diversi bozzetti e modelli, segnando tutte le misure e le sagome sui quattro lati. Questo mi permette di avere un riferimento continuo durante la lavorazione.
Durante il processo, mi lascio anche guidare dalla pietra stessa; ad esempio, le venature o i fossili che trovo possono influenzare la forma finale, portandomi a modificare il progetto iniziale. Su YouTube รจ possibile vedere un video che mostra come ho realizzato “SoNoS”, illustrando il processo di trasformazione di un blocco di pietra in una scultura finita (https://youtu.be/ywyO5UFNE4g?si=e33S9_MzrFiuIBzu).
Affermarsi nel mondo dell’arte, e ancor piรน nella scultura, รจ difficile per chiunque, soprattutto in un’epoca in cui l’arte non viene considerata un vero e proprio lavoro. Per me, come per molti colleghi, la scultura finisce spesso in fondo alla lista delle prioritร , perchรฉ le esigenze della vita quotidiana richiedono altro.
Essere una donna in questo settore puรฒ comportare sfide aggiuntive. Nonostante mi sia spesso chiesta se avrei avuto piรน opportunitร come uomo, non mi sono mai sentita trattata diversamente o penalizzata per il mio genere. Anzi, ho sempre ricevuto rispetto e stima dai miei colleghi, e credo di essere all’altezza, se non piรน capace, di alcuni di loro. Il mio approccio alla scultura รจ molto impegnativo: scavo fino a lasciare piรน materiale in terra che nella scultura che rimane, basta guardare cosa รจ rimasto dei due metri cubi di “SoNoS”.
Una delle difficoltร maggiori รจ combattere contro un livello culturale basso e la presunzione di molti di poter fare tutto, anche la scultura. Questo porta spesso all’assegnazione di incarichi a persone poco competenti, mentre i professionisti faticano ad affermarsi. Inoltre, la tendenza di alcuni a regalare il proprio lavoro svaluta non solo il loro impegno, ma anche quello degli altri artisti. Oggi mi dedico prevalentemente allo studio e alla ricerca, consapevole dell’importanza di coltivare continuamente le mie conoscenze.
3) Dove reperisci i materiali per le tue sculture e come inizia la fase di lavorazione delle opere? Come avviene la trasformazione di un progetto in una scultura finita?
Recupero i materiali in diversi modi, spesso utilizzando scarti di lavorazione. Se realizzo opere di grandi dimensioni, metto da parte i pezzi piรน piccoli per creare sculture minori. Per i lavori piรน impegnativi, mi affido a fornitori con cui collaboro, scambiando il mio lavoro con i materiali. Loro sono felici di avere una mia opera in cambio.
La fase di realizzazione nasce dall’idea di trasformare un concetto astratto in qualcosa di tangibile. In pratica, spesso inizio con un bozzetto in argilla o in un materiale come la trachite tenera. Per opere complesse, come “SoNoS”, realizzo diversi bozzetti e modelli, segnando tutte le misure e le sagome sui quattro lati. Questo mi permette di avere un riferimento continuo durante la lavorazione.
Durante il processo, mi lascio anche guidare dalla pietra stessa; ad esempio, le venature o i fossili che trovo possono influenzare la forma finale, portandomi a modificare il progetto iniziale. Su YouTube รจ possibile vedere un video che mostra come ho realizzato “SoNoS”, illustrando il processo di trasformazione di un blocco di pietra in una scultura finita (https://youtu.be/ywyO5UFNE4g?si=e33S9_MzrFiuIBzu).
4) Quanto รจ importante il tuo legame con la Sardegna e la sua cultura nella realizzazione delle tue opere? In che modo questa connessione influenza il tuo lavoro artistico?
La Sardegna per me รจ tutto, a partire dalla storia piรน remota fino ai nostri giorni, quello รจ il grande patrimonio culturale inesauribile che da vita all’aspetto concettuale e poi ci sono i paesaggi, le sculture naturali che vedo ovunque e che si riconoscono nelle forme delle mie creazioni.
5) Sei conosciuta non solo per le tue sculture, ma anche per il tuo impegno in difesa dell’ambiente. Come sei riuscita a unire l’arte con l’attivismo ambientale? Quali progetti o iniziative ti hanno particolarmente ispirato in questo senso?
Senza la natura, l’ambiente, e la Sardegna, la mia arte non esisterebbe. Mi piace ricordare una frase di Van Gogh: “Il mondo mi riguarda solo in quanto sento un debito e una responsabilitร nei suoi confronti, perchรฉ ho calpestato per trent’anni questa terra e, per gratitudine, desidero lasciare di me qualche ricordo sotto forma di disegno o pittura – non eseguiti per compiacere un certo gusto artistico, ma per esprimere un sincero sentimento umano.”
Sono profondamente grata a questa Terra, sia l’isola incantata in cui vivo sia il pianeta in cui essa galleggia leggera. Non riesco a identificarmi con quella parte di disumanitร che tende a distruggere ciรฒ che รจ bello e benefico per l’anima. Comunico attraverso l’arte ciรฒ che la Terra mi trasmette, la sua bellezza, ma sento anche il suo urlo di dolore. Non posso cambiare le menti di chi distrugge, ma posso far aprire gli occhi a chi non si rende conto che alcune abitudini automatiche sono irrispettose verso la vita e l’ambiente. Questo รจ il mio modo di unire arte e attivismo: mostrare la bellezza del mondo e sensibilizzare al rispetto per ciรฒ che ci circonda.
6) La Sardegna รจ attualmente coinvolta in una mobilitazione contro la speculazione energetica, con numerosi progetti di pale eoliche e pannelli fotovoltaici che minacciano aree archeologiche e oasi naturalistiche. Cosa pensi di questo modello di sviluppo imposto alla nostra isola e quali ritieni saranno le conseguenze a lungo termine?
Penso che quest’ennesimo attacco alla nostra terra vada contrastato con ogni mezzo. Nel 2014, durante un simposio di scultura nel comune di Erula, ho avuto l’opportunitร di esprimere pubblicamente le mie preoccupazioni riguardo al lato oscuro degli impianti eolici, in particolare la speculazione che ne deriva. Ho denunciato il fatto che l’energia prodotta in Sardegna viene esportata, per poi essere rivenduta a noi a un prezzo maggiorato. Inoltre, l’amministrazione comunale aveva abbattuto alberi secolari per una strada inutile, il che mi ha spinto a proporre ai colleghi scultori di rappresentare il ciclo di vita dell’albero nelle nostre opere. Questo discorso ha suscitato un forte malcontento tra le autoritร presenti, culminato in un’aggressione verbale da parte di un consigliere comunale. Nonostante questo, ho ricevuto il sostegno del pubblico, dimostrando che la gente era ricettiva al mio messaggio. Tuttavia, le mie idee mi hanno portato a essere esclusa da eventi futuri. Questo dimostra che le mie difficoltร non derivano dal fatto di essere donna, ma dal mio pensiero critico verso le dinamiche economiche locali imposte dall’alto. Le conseguenze a lungo termine di questo modello di sviluppo rischiano di essere devastanti: la distruzione di paesaggi naturali, la compromissione di aree archeologiche e un ulteriore impoverimento della cultura locale.
7) Pensi che l’arte possa contribuire a sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica su temi come la speculazione energetica e la difesa dell’ambiente? In che modo?
Assolutamente sรฌ, l’arte ha un potere comunicativo unico, in grado di toccare le corde emotive delle persone e farle riflettere su temi complessi come la speculazione energetica e la difesa dell’ambiente. Il mio esempio ne รจ la prova: durante il simposio di Erula, nonostante le resistenze, sono riuscita a veicolare un messaggio forte e chiaro attraverso le mie opere e il mio discorso. Inoltre, nel periodo in cui si lottava contro l’utilizzo dell’Air-gun per la ricerca del petrolio nel santuario dei cetacei, ho progettato un murales a Tresnuraghes che ho realizzato con la collaborazione degli abitanti, un piccolo contributo artistico che ha accompagnato una grande vittoria. L’arte non solo sensibilizza, ma puรฒ anche essere un catalizzatore di cambiamento, creando consapevolezza e stimolando l’azione collettiva. Anche quando le autoritร tentano di silenziare le voci dissenzienti, l’arte trova modi per emergere e per far riflettere, spesso con maggiore impatto rispetto a qualsiasi altro mezzo.
8) Prima di salutarci, ci puoi anticipare qualche progetto futuro su cui stai lavorando?
Attualmente, ho ancora una sfida aperta con il comune di Porto Torres. Alla chiusura della mostra Anime Liquide, avevo proposto di donare una mia scultura a condizione che si intraprendesse un percorso educativo, formativo e legislativo per vietare per sempre la presenza di circhi con animali sul territorio. Al momento, ci sono state delle difficoltร che hanno fatto arrendere il comune, ma io non mi arrendo. Se non riuscirรฒ a concretizzare questa proposta a livello locale, intendo portarla a livello regionale: donerรฒ la scultura al primo comune che raggiungerร questo obiettivo. Il mio cuore continua a tifare per Porto Torres, ma la vittoria piรน importante sarร quella degli animali e della loro libertร assoluta. Spero di poter realizzare questo progetto al piรน presto.
In parallelo, mi sto interessando molto alla grande lacuna nel riconoscimento delle artiste donne nella storia dell’arte. Questo interesse รจ nato approfondendo i miei studi su Camille Claudel, una grande scultrice francese, che ho presentato durante l’inaugurazione di Anime Liquide. Sono affascinata anche dalla figura storica di Adelasia di Torres. Anni fa ho dedicato lunghe ricerche e varie opere a Eleonora d’Arborea. Vorrei dare visibilitร a queste donne straordinarie attraverso le mie opere, e allo stesso tempo, continuare la mia ricerca ispirata alle sculture naturali della Sardegna.
Fondamentalmente, desidero riappropriarmi del tempo da dedicare alla scultura, anche solo per me stessa. Come canta Fabrizio De Andrรฉ: “per la stessa ragione del viaggio, viaggiare”, io vorrei potermi permettere il lusso di dire: “per la stessa ragione della scultura, scolpire”. Scolpire e basta, con la testa immersa nella polvere e nel rumore.
(intervista a cura di Giovanni Fara)
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