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Sciopero in diverse scuole sarde. Alghero: qualcosa è andato storto


di Cristian Augusto Grosso

Evidentemente le vacanze natalizie sono state prese alla lettera dalla regione Sardegna e dallo Stato italiano: si sono tenuti in fase Rem senza rimediare ai danni e alle problematiche scolastiche, tranne qualche giorno prima del rientro a scuola mettendo sul curriculum del loro operato un frenetico e facoltativo screening per effettuare un tampone rapido due giorni prima del rientro a scuola. Tale screening comporta diverse problematiche:

1) Essendo programmato per due giorni la presenza nei luoghi deputati per l’effettuazione del tampone, sarà numerosa e vincolata dalla disponibilità garantita, come summenzionato, solo per due giorni;

2) Essendo facoltativo non vi sarà un totale monitoraggio.

Intanto, mentre il ministro Bianchi cancella i danni e i vuoti, con la retorica e ipocrita dichiarazione di tutela ai giovani, gli stessi giovani non hanno voluto accettare tutto ciò, proclamando così uno sciopero costituito da assenza di massa per far presente, anche in questo caso, le problematiche scolastiche in termini di trasporti, classi pollaio, screening tardivi e frenetici ecc.

Si è chiesto dunque di adottare per ora, la didattica a distanza. Una misura certamente negativa e inefficace rispetto alla didattica in presenza, ma l’unica momentanea opzione possibile davanti al silenzio operativo della regione Sardegna e dello Stato italiano, e i suoi rispettivi danni attuati alla scuola (e non solo) sia in epoca pre Covid che durante la pandemia. Una misura (la dad) che purtroppo è comunque attiva per gli studenti e le studentesse positive/i, che dovranno vivere momentaneamente la scuola diversamente dagli studenti e studentesse che potranno andare a scuola in presenza, portando inevitabilmente disuguaglianze nelle classi.

Lo sciopero è dunque avvenuto in varie località sarde, come Sassari, Cagliari e Alghero. Ma è proprio su quest’ultima città che si sono presentate delle situazioni singolari:

Lo sciopero si è attuato fin dall’inizio attraverso aspetti discutibili e poco determinati per uno sciopero, poiché nella data del 10 Gennaio, gli studenti hanno aderito allo sciopero senza bloccare però l’attività scolastica e dunque presenziando alla DAD. Non solo, lo sciopero ad Alghero ha trovato definitivamente il suo declassamento e la sua fatale moderazione, tramutando la protesta in un compromesso, fatto di consensi da parte del preside Mario Peretto, il quale ha “regolamentato” e annullato lo sciopero, consentendo la dad solo per la mattinata del lunedì dieci gennaio, e dall’indomani la ripresa della didattica in presenza; il mancato rispetto di tale decisione, avrebbe comportato provvedimenti disciplinari.

Dunque, dopo aver liquidato l’idea di uno sciopero a un’ululata giornaliera e autorizzata, e dopo aver fatto di uno sciopero un sogno notturno dove al risveglio ritorna tutto come prima, il preside Mario Peretto, ha bloccato con la paura gli studenti e le studentesse, comunicando la possibilità di subire provvedimenti disciplinari in caso di trasgressione, dove per trasgressione si intende il coerente proseguimento dello sciopero. Il preside di Alghero, si è appropriato dello sciopero degli studenti e delle studentesse, modellandolo a suo piacimento e fortificandolo con la paura.

Non possiamo chinare la testa davanti a queste imposizioni.

Non possiamo inoltre, lasciarci disegnare in maniera generalizzata e parzialmente falsata, come è avvenuto la sera del 10 Gennaio, durante la conferenza stampa tenuta dal governo.

Così si è rivolto ai giovani il Presidente del Consiglio Mario Draghi: «I ragazzi stanno a casa la mattina, chiudendo la scuola, ma poi vanno a fare sport e in pizzeria la sera. Non ha senso chiudere la scuola se non chiudiamo tutto il resto, ma se lo facessimo torneremmo all’anno scorso e non ha senso.»

L’obiettivo dello sciopero per gli studenti e le studentesse, non è la zona rossa, non è la quarantena dei giovani, è la momentanea ripresa della didattica a distanza, e la protesta avvenuta ha come obbiettivo la messa in luce e la critica dei problemi scolastici. Perché sì, la DAD è inefficace, provocatrice di un malessere notevole sotto molteplici aspetti, ma in questo momento, è dannoso e ingiusto proseguire un'acritica didattica in presenza, senza vedervi in essa i problemi (ormai presenti da tempo) che possono compromettere la presenza stessa degli studenti e delle studentesse.

Signor Draghi, non strumentalizzi la negatività della DAD per elargire sottobanco, delle tacite indulgenze a sé stesso e ai suoi collaboratori, pensando di catapultare il problema su altri fronti, distorcendo altresì la visione di molti di noi giovani nei confronti della scuola e la decisione di scioperare e di adottare momentaneamente e a malincuore la DAD. Il malessere che la DAD ci ha provocato non ci serve vestito di retorica e con una veste finalizzata alla divagazione.

La resistenza a creare un processo di analisi, nascita e alimentazione di un pensiero critico giovanile, deve essere l’arma necessaria, per poter far fronte ad un presente con il quale scontrarsi e per gettare le basi di un futuro cosciente e nuovo.

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