Le Nostre Vite Chiuse: Intervista con Zarga Martini
In vista della sua mostra “Le Nostre Vite Chiuse” a Nuoro, presso il Circolo Culturale Sa Bena dal 2 maggio al 16 maggio 2024, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Zarga Martini per discutere dei dettagli della mostra e della sua collaborazione speciale con la performer teatrale Maria Daniela Carta. Scopriamo insieme le ispirazioni e il significato dietro le opere esposte, nonché l’esperienza multisensoriale che attende il pubblico.
1) Puoi raccontarci della tua formazione artistica e delle influenze che hanno plasmato il tuo stile pittorico?
Colori, pennelli, disegno, teatro, cinema, hanno fin dalla giovane età tracciato una strada già segnata e il naturale percorso è stato quello di indirizzarmi verso gli studi artistici: Istituto d’Arte prima, Accademia di Belle Arti Dipartimento di Scenografia successivamente. Volevo avvicinarmi a quel mondo o almeno tentare di farlo. Credo di avere uno stile pittorico molto personale che spazia attraverso varie forme d’arte. Per anni gli Impressionisti sono stati un punto di riferimento, rivoluzionari e innovativi, come innovativo è stato il loro modo di dipingere en plein air.
2) Quali sono le tecniche o i movimenti artistici che maggiormente ti ispirano?
Una certa maturità artistica con gli anni mi ha condotto verso altre sperimentazioni, dal figurativo, molto scenografico dei miei quadri, impostati come dei piccoli set dove i personaggi appaiono cristallizzati in muta conteplazione, il Design prima avendolo insegnato al liceo artistico e la Digital Art dopo, mi hanno letteralmente catturata. Mi interessa tutto ciò che è arredamendo, l’Interior Design, inserire le opere digitali che creo in ampi spazi abitativi o all’esterno come istallazioni e videoproiezioni. Direi che attualmente sono ispirata da questa forma d’arte.
3) Qual è stata un’esperienza artistica passata che ha avuto un impatto significativo sulla tua carriera?
In oltre trent’anni di esperienze artistiche in variegati campi, progetti e collaborazioni tutte sono state determinanti e motivo di crescita personale e professionale, ma una fra tutte è stata molto impattante, la messa in scena di Urlo dal poema di Allen Ginsberg con la regia di Marco Gagliardo. Da una parte la genialità di Marco che ricordo con commozione, dall’altra lavorare con lui, è stata un’esperienza indimenticabile.
4) Cosa ha ispirato il tema di “Le Nostre Vite Chiuse” per questa mostra?
Il titolo “Le Nostre Vite Chiuse” e non poteva che essere quello, nasce da quel preciso momento in cui le nostre esistenze si sono fermate e la nostre libertà castrate. Nel marzo del 2020 quella era la realtà piovuta all’improvviso, che ci colse piuttosto impreparati e inermi. Crearmi un’alternativa al pensiero martellante del come sarebbe andate a finire, unito a quel senso di ineguatezza, mi spinse a rendere produttivo il vuoto attorno.
5) Qual è il messaggio o il sentimento principale che desideri comunicare attraverso le opere esposte?
L’istinto di sopravvivenza, il coraggio che non sapevi di avere, la creatità almeno nel mio caso sono state il nutrimento, la mano tesa per non cedere. Le opere mostrano evitenti segni di chiusure, ma non sono definitive.
6) Come è nata la collaborazione con Maria Daniela Carta per questa mostra?
Io e Maria Daniela Carta siamo sorelle, in realtà Zarga Martini è il mio nome artistico, ci confrontiamo spesso, discutiamo e sappiamo sempre ciò che fa l’altra. Di base c’e la stima reciproca e la professionalità di entrambe. Daniela è un’ ottima interlocutrice. Quando ho pensato a come avrei potuto sviluppare questa inconsueta mostra, ho pensato a lei, ad unire due artiste differenti ma complementari, con un comune denominatore: il teatro, proponendole le azioni sceniche e il ruolo di voce recitante.
7) In che modo la performance teatrale di Maria Daniela Carta si integra con il tema e le opere della mostra?
Non volevo fosse una mostra come tante se ne vedono, la performance è una parte vitale, fa da collante tra l’azione scenica all’esterno e ciò che il pubblico vivrà all’interno dello spazio preposto.
8) Hai in programma nuovi progetti artistici o mostre per il futuro?
Si un progetto artistico di rilevante valenza culturale fortemente radicato nel territorio dal titolo emblematico “Da Grazia Deledda a Salvatore Satta un passato intrecciato con la letteratura”. Si tratta della presentazione di una quindicina di pannelli o tele piuttosto grandi dove toveranno visibilità una galleria di personaggi sattiani e deleddiani, eseguiti pittoricamente con una risoluzione esseziale e moderna. Insomma una mostra di pannelli grafico/pittorici con citazioni letterarie inoltre la partecipazione a mostre digitali di rilevanza. A tal proposito tre mie opere partecipano all’evento Milano Art & Design Week presso UNAHOTELS Expo Fiera di Milano con la PassepARTout Unconventional Gallery.
9) C’è un particolare tema o concetto che ti interessa esplorare nei tuoi prossimi lavori?
Ovviamente senza trascurare la scenografia teatrale, sarebbe interessante fare un’esperienza cinematografica, ecco vorrei poter creare per il cinema, sarebbe davvero coronare il classico sogno nel cassetto.
4) Cosa ha ispirato il tema di “Le Nostre Vite Chiuse” per questa mostra?
Il titolo “Le Nostre Vite Chiuse” e non poteva che essere quello, nasce da quel preciso momento in cui le nostre esistenze si sono fermate e la nostre libertà castrate. Nel marzo del 2020 quella era la realtà piovuta all’improvviso, che ci colse piuttosto impreparati e inermi. Crearmi un’alternativa al pensiero martellante del come sarebbe andate a finire, unito a quel senso di ineguatezza, mi spinse a rendere produttivo il vuoto attorno.
5) Qual è il messaggio o il sentimento principale che desideri comunicare attraverso le opere esposte?
L’istinto di sopravvivenza, il coraggio che non sapevi di avere, la creatità almeno nel mio caso sono state il nutrimento, la mano tesa per non cedere. Le opere mostrano evitenti segni di chiusure, ma non sono definitive.
6) Come è nata la collaborazione con Maria Daniela Carta per questa mostra?
Io e Maria Daniela Carta siamo sorelle, in realtà Zarga Martini è il mio nome artistico, ci confrontiamo spesso, discutiamo e sappiamo sempre ciò che fa l’altra. Di base c’e la stima reciproca e la professionalità di entrambe. Daniela è un’ ottima interlocutrice. Quando ho pensato a come avrei potuto sviluppare questa inconsueta mostra, ho pensato a lei, ad unire due artiste differenti ma complementari, con un comune denominatore: il teatro, proponendole le azioni sceniche e il ruolo di voce recitante.
7) In che modo la performance teatrale di Maria Daniela Carta si integra con il tema e le opere della mostra?
Non volevo fosse una mostra come tante se ne vedono, la performance è una parte vitale, fa da collante tra l’azione scenica all’esterno e ciò che il pubblico vivrà all’interno dello spazio preposto.
8) Hai in programma nuovi progetti artistici o mostre per il futuro?
Si un progetto artistico di rilevante valenza culturale fortemente radicato nel territorio dal titolo emblematico “Da Grazia Deledda a Salvatore Satta un passato intrecciato con la letteratura”. Si tratta della presentazione di una quindicina di pannelli o tele piuttosto grandi dove toveranno visibilità una galleria di personaggi sattiani e deleddiani, eseguiti pittoricamente con una risoluzione esseziale e moderna. Insomma una mostra di pannelli grafico/pittorici con citazioni letterarie inoltre la partecipazione a mostre digitali di rilevanza. A tal proposito tre mie opere partecipano all’evento Milano Art & Design Week presso UNAHOTELS Expo Fiera di Milano con la PassepARTout Unconventional Gallery.
9) C’è un particolare tema o concetto che ti interessa esplorare nei tuoi prossimi lavori?
Ovviamente senza trascurare la scenografia teatrale, sarebbe interessante fare un’esperienza cinematografica, ecco vorrei poter creare per il cinema, sarebbe davvero coronare il classico sogno nel cassetto.
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