
L’11 ottobre 1928 non è una data qualsiasi per gli amanti della letteratura. In quel giorno, Virginia Woolf pubblicò Orlando (titolo originale Orlando: A Biography), uno dei romanzi più eccentrici, visionari e moderni del Novecento.
Ispirato alla sua amica e amante Vita Sackville-West, Orlando è una biografia fantastica che sfida i confini del tempo e del genere: il protagonista vive per secoli e, a un certo punto, cambia sesso, trasformandosi da uomo in donna. Attraverso questo espediente narrativo, Woolf mette in scena una riflessione ironica e profonda sull’identità, sulla libertà personale e sul ruolo imposto alle donne nella storia.
L’opera, accolta con entusiasmo e curiosità, commosse profondamente Vita Sackville-West, che vi riconobbe un ritratto poetico e affettuoso di sé, oltre che una celebrazione del loro legame. Con Orlando, Woolf non solo raccontò un amore, ma aprì un nuovo spazio alla sperimentazione letteraria e al pensiero femminista.
Ottobre 1928 fu, per la scrittrice, un mese di straordinaria intensità. Nelle stesse settimane, Woolf tenne due conferenze all’Università di Cambridge, destinate alle studentesse dei collegi femminili Newnham e Girton. Da quelle parole nascerà, un anno dopo, Una stanza tutta per sé, il saggio che cambierà per sempre il modo di pensare la condizione delle donne nella cultura e nella società.
Due opere, due gesti di libertà. In quel luminoso autunno del 1928, Virginia Woolf mostrò al mondo che la scrittura poteva essere insieme rivoluzione, poesia e atto d’amore.
(Salvatore Palita)






