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Riscopriamo insieme "Racconti casuali" di Mario Ranieri


Eccoci arrivati al secondo appuntamento della rubrica dedicata al compimento dei cinque anni di attività di Catartica Edizioni, la piccola casa editrice indipendente nata a Sassari e diretta da Giovanni Fara.

“Racconti casuali” di Mario Ranieri (128 pag., € 10.00) è l’opera che, nel 2017, inaugura “Urban Jungle”, divenuta presto una delle collane di punta della casa editrice, riservata alle raccolte di racconti.
Abbiamo incontrato l’autore, personaggio poliedrico e strano – come apprendiamo dalla sua stessa nota biografica – per porgli alcune domande sul libro e sulla sua esperienza di pubblicazione. Buona lettura.    

1) Quando è nata la tua passione per la scrittura e quali sono le letture che più ti hanno influenzato?

Per me leggere vuole dire rilassamento totale! Ho iniziato ad appassionarmi alla lettura da ragazzino, non c’è qualcosa in particolare che mi ha influenzato ma più che altro ho sempre amato cogliere nelle persone ogni piccolo difetto e sfumatura,  dal tono della voce oppure un tic anche se impercettibile, il modo di fare, per poi imitarlo oppure farci un fumetto o scriverci una storia, questo forse il primo input. Devo ammettere che le mie letture spaziano dallo strano al no sense, letture particolari, se dovessi leggere un romanzo damore non ce la farei proprio. Il mio scrittore preferito è in assoluto Chuck Palahniuk! Un buon libro deve distaccarsi completamente dalla realtà, amo i libri dove riesco ad immergermi.

2) Leggendo i tuoi testi si riconosce un tratto distintivo unico e singolare. Il genere di opere che difficilmente trova collocazione nell’editoria tradizionale. Come sei approdato a Catartica Edizioni e come valuti questa tua esperienza di pubblicazione?

Sono approdato a Catartica tramite i social, scrivevo alcuni post a volte esilaranti a volte strani, ho conosciuto Giovanni Fara, titolare di Catartica Edizioni al quale piaceva il mio modo di scrivere, quindi mi ha proposto un contratto e ho cominciato a scrivere per lui e la sua casa editrice, mettendo il primo mattone alla collana “Urban Jungle”.


 3) “Racconti casuali” tratteggia personaggi psicopatici e ha l’ambizione di fornire una chiave di lettura estremamente singolare del mondo di oggi. Storie ordinarie che, con un nonnulla, diventano straordinariamente allucinanti. Lo scopo del libro era quello di strappare un sorriso amaro e allucinato al lettore o anche di indurlo a soffermarsi su quanto alcuni aspetti della realtà contemporanea appiano grotteschi e verosimilmente somiglianti alle storie descritte nel tuo libro?

Quello che scrivo è quasi sempre grottesco”, mi diverto a scrivere storie allucinanti che spaziano tra realtà e follia,  lessere umano è un animale che non finirà mai di stupire o lasciare a bocca aperta un altro essere umano, la mia non vuole essere la solita scrittura, mi spiego meglio; mi piace che la gente leggendomi possa ridere o sorridere anche definendomi  pazzo! Perché in fondo ognuno di noi ha un pizzico di follia dentro di sé, alcuni la esprimono altri la reprimono, io forse la esprimo e libero durante la scrittura. Amo tutto quello che è strambo e geniale, fuori dal comune. Certo, credo sia giusto che il lettore sorrida in momenti bui come quelli che stiamo attraversando, questo per me è un atto di amore verso il lettore, in quello che scrivo c’è sempre tanta realtà e tanta pazzia, chi legge il mio libro potrà riconoscersi in tutto questo, in fondo nessuno è normale, ma questo è già stato detto. Quindi se hai letto il mio libro e ti sei divertito e hai anche riflettuto allora sono felice di avere raggiunto il mio scopo.

4) Nei successivi cinque anni alla pubblicazione di “Racconti Casuali” hai lavorato a qualcos’altro che rimasto nel cassetto?

In questi anni ho avuto modo di vedere il mondo e la gente sprofondare in una normalità ossessiva, tutti vogliono essere diversi e apparire ma non si accorgono di essere cloni di cloni di cloni allinfinito. Ho molte cose, molte bozze nel cassetto, ho tante idee e tanto da raccontare, qualcosa in cantiere c’è.

5) Pensi di tornare a pubblicare con Catartica?

Se penso di tornare a pubblicare per Catartica? Beh mi piacerebbe tantissimo. La mia esperienza con Catartica è stata molto bella ed entusiasmante, casa editrice seria, sana, non ti chiedono un centesimo a differenza di molte altre case editrici che guardano al soldo e basta, mai in vita mia pagherei per scrivere. Catartica Edizioni guarda al contenuto, alla persona, Leditore Giovanni Fara è una persona molto competente e seria. 

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