Lucca Comics 2023: Cresce il Numero di Disdette in Protesta contro il Patrocinio Israeliano
Foto: Gli Ultimi |
Il Lucca
Comics & Games, uno dei festival più importanti al mondo dedicato al
fumetto, ai giochi e ai videogiochi, si trova al centro di critiche sempre più
ampie a causa del suo patrocinio da parte dell’ambasciata israeliana. Molti
artisti e organizzazioni stanno prendendo una posizione decisa contro questa
partnership, in segno di solidarietà alla popolazione palestinese, che sta
vivendo momenti di intensi attacchi israeliani.
Dopo l’annuncio di Zerocalcare, noto fumettista
italiano, la lista degli artisti che si ritirano dall’edizione 2023 del Lucca
Comics continua ad allungarsi. La band musicale “Gli Ultimi”
ha annunciato il loro ritiro, così come appare certo anche l’abbandono
del cantautore e musicista Giancane. Gli artisti avevano previsto
esibizioni durante il festival, ma ora hanno deciso di non partecipare.
“Gli Ultimi” hanno
dichiarato: “Rendiamo noto, per chi aveva in programma venire a sentirci, che
non saremo presenti il 5 novembre al Lucca Comics. Data la presenza
in questa manifestazione del patrocinio dell’ambasciata israeliana, prendiamo
questa decisione in solidarietà alla popolazione palestinese, pesantemente
sotto attacco in questi giorni, così come negli ultimi decenni. Sappiamo che
Lucca Comics collabora ogni anno con le ambasciate, e che questa collaborazione
nasce dalla presenza di due artisti israeliani concordata tempo fa e non ha
quindi scopi propagandistici legati all’acuirsi del conflitto recente. Ciò
nonostante la nostra presenza è comunque incompatibile con una simile
partnership.”
La decisione di questi artisti di
ritirarsi dal festival è un segnale forte di dissenso contro il governo
israeliano e i recenti eventi in Medio
Oriente. Ma non sono gli unici. Anche Amnesty Italia ha annunciato il
suo ritiro dal Lucca Comics 2023. L’associazione ha dichiarato: “Il
patrocinio dell’ambasciata israeliana al Lucca Comics ci spinge a rinunciare
alla nostra presenza. Comprendiamo sia prassi consolidata il patrocinio di
ambasciate dei Paesi di provenienza degli artisti che realizzano l’immagine del
festival, ma non possiamo ignorare che le forze israeliane stanno
incessantemente assediando e bombardando la Striscia di Gaza, con immani
perdite di vite civili.”
Sul fronte dei social media,
l’influencer Megi Bulla, nota come “La Biblioteca di Daphne” su TikTok, ha
comunicato la sua decisione di non partecipare al Lucca Comics.
Questo crescente elenco di ritiri
da parte di artisti e organizzazioni ha portato il dibattito al centro
dell’attenzione, creando un punto di convergenza per le voci che vogliono
esprimere solidarietà alla popolazione palestinese e sottolineare l’importanza
di prendere una posizione contro i crimini di guerra di Israele e le sue
continue violazioni del diritto internazionale. Molti artisti stanno
scegliendo di non partecipare al festival come segno di protesta contro i
bombardamenti nella Striscia di Gaza, aprendo un dibattito sulla relazione
tra eventi culturali e questioni geopolitiche. Mentre cresce la lista di coloro
che prendono una posizione chiara contro il patrocinio israeliano il
futuro dell’edizione 2023 del Lucca Comics rimanere incerto.
Ma le critiche e il boicottaggio
dell’evento si allargano anche ad altre sfere della cultura. Sui social
accolgono consenso le parole di Claudio Collu, autore sardo e
attivista da sempre solidale con la causa palestinese e contro la guerra, il quale ha scritto sulla sua bacheca Facebook: “Ho deciso di non comprare più fumetti
in uscita dalle Case Editrici che parteciperanno a Lucca Comics, evento
patrocinato dall’ambasciata sionista. È triste e difficile abbandonare tanti
eroi (o anti-eroi) che ho seguito per decenni, ma davanti all’ennesimo massacro
di inermi a Gaza, credo sia importante fare un decisivo passo in avanti.”
Non deve stupire che in Sardegna
sia sempre più alta e crescente l’attenzione del mondo della cultura e della
politica rispetto alla crisi in medio Oriente, essendo l’isola teatro di
sperimentazioni militari all’interno dei più grandi poligoni militari d’Europa
(Salto di Quirra, Capo frasca, Teulada). Molte delle armi e dei sistemi
d’arma utilizzati da Israele in queste settimane contro i palestinesi sono
stati sperimentati in Sardegna. Ci sono legami sconcertanti tra l’industria
militare israeliana e la Sardegna. L’accordo di cooperazione
siglato tra Italia e Israele del 2005, che ha aperto la strada a
esercitazioni militari congiunte tra le forze armate italiane e
israeliane, e quello siglato nel 2011 tra l’Università degli Studi di
Cagliari e l’Università “Technion” di Haifa, nota per essere
una culla del sionismo accademico e della ricerca aerospaziale e militare
israeliana.
In questo scenario resta
fondamentale per chi opera nel mondo dell’arte e della cultura chiedere
responsabilità e rendere conto di tali legami che influenzano il destino di
popoli e nazioni.
(Redazione)
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