Lucca Comics & Games. Tabù sulla guerra a Gaza
Il Lucca Comics & Games ha
ufficialmente preso il via nonostante le polemiche degli ultimi giorni e
l’abbandono dell’evento da parte di diversi artisti, tra cui Zerocalcare. Solo ieri, sono stati venduti
oltre 54mila biglietti, su un totale che supera quota 290mila.
È interessante notare la decisione
dei fumettisti israeliani Asaf Hanuka e Tomer Hanuka di
non partecipare al Lucca Comics a seguito della controversia legata al
patrocinio di Israele. La loro motivazione si concentra principalmente sulla
preoccupazione che la questione internazionale potesse oscurare l’aspetto
artistico dell’evento, che è stato il fulcro del loro coinvolgimento. I due
fratelli hanno disegnato il manifesto ufficiale della manifestazione di
quest’anno.
Gli organizzatori di Lucca
Comics hanno espresso il loro dispiacere per la decisione dei due
artisti, enfatizzando l’importanza dell’evento come luogo di inclusione
e libertà espressiva. Hanno affermato di voler compiere ogni sforzo
per garantire che l’evento sia un’esperienza arricchente per tutti i
partecipanti, nonostante le controversie legate al patrocinio, e hanno
dichiarato di sentirsi vicini a tutti gli artisti che non potranno
partecipare.
I due artisti israeliani hanno
ritenuto che la loro presenza rischiasse di «essere oggetto di eccessiva
attenzione afferente alla questione internazionale, oscurando la dimensione
artistica» della manifestazione.
La decisione dei fumettisti
israeliani di astenersi dall’evento, unita al loro desiderio (legittimo), di
sganciare il loro lavoro artistico dalla tragedia in corso a Gaza, solleva
tuttavia degli interrogativi sul ruolo dell’arte nella società contemporanea.
Se da una parte può risultare comprensibile che un evento di tale portata vada
avanti cercando di concentrare il proprio lavoro sulla sua riuscita e sulla
parvenza di inclusività e libertà espressiva, dall’altro lato sembra
non cogliere pienamente l’importanza delle scelte di chi ha voluto contestare
in modo deciso il patrocinio israeliano. L’arte ha il potenziale per
veicolare messaggi e idee rispetto alla realtà, e il fatto stesso che si
discuta di un problema o che in qualche misura si decida di dribblarlo dovrebbe
suscitare una profonda riflessione proprio sul ruolo della cultura e dell’arte
rispetto alla tragedia della guerra e del colonialismo. Dovrebbe anche
farci riflettere sulle sorti dei popoli. Sono i momenti di grande
partecipazione e di impatto mediatico che dovrebbero richiamare all’importanza
del dibattito e dell’azione in risposta alle tragedie umane.
(Giovanni
Fara)
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