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Dante e i serpenti del Profeta


Ci ho pensato davvero su a lungo: quale argomento scegliere per il Dantedì di questo 2024? Ho deciso di fare zapping alla televisione (non ho trovato un termine italiano che possa equivalere all’orribile zapping, o sommo poeta perdonami) quindi ho sfogliato una pila di quotidiani ammassati lì, in un angolo, da mesi, alla ricerca di ispirazione e ho constatato che certe tipologie di peccatori dai tempi di Dante non solo non si sono mai estinte, anzi, sembrano essersi declinate in molte sfumature differenti a seguito di un sottile processo temporale di evoluzione e raffinazione. Ecco allora che l’opera solerte e l’esistenza sovrabbondante stessa di ruffiani, adulatori, ipocriti, ladri e seminatori di zizzania vari mi hanno fornito l’assist che mi mancava per rivolgere i miei sforzi alle Malebolge.

Se anche di falsari, indovini e barattieri possiamo comunque parlare in termini molto, molto contemporanei, sui simoniaci onestamente faccio un po’ fatica, e devo allora rassegnarmi al fatto che la geografia del crimine nei secoli è cambiata.

Le Malebolge costituiscono l’VIII cerchio dell’Inferno, suddiviso in dieci bolge ognuna delle quali ospita una tipologia diversa di persona che ha peccato, irrimediabilmente, macchiandosi di frodi varie (“Luogo è in inferno detto Malebolge, tutto di pietra di color ferrigno, come la cerchia che dintorno il volge”).

La mia attenzione si focalizza su una corrispondenza fra la bolgia dei ladri (la settima) e un passo del Libro della Scala del Profeta Maometto. Ormai è accettato che quest’opera escatologica, la Miʽrāǵ, l’Ascesa, sia fra le fonti privilegiate della Commedia; si tratta di un testo che il re castigliano Alfonso X, nella seconda metà del 1200, fece tradurre dal medico ebreo Abraham nella sua lingua e che giunse a noi attraverso l’ulteriore traduzione in latino effettuata da Bernardino da Siena.

Il sacerdote Asìn Palacios, nel 1919, fu il primo a notare come l’Ascesa potesse rappresentare una fonte di riferimento importante per la Commedia (si parla addirittura del criterio del “contrappasso”) e ciò provocò numerose, spesso accese, discussioni sull’originalità dell’opera dantesca.

Tuttavia non mancano riferimenti di carattere oggettivo, due fra tutti: Brunetto Latini, maestro di Dante, fu ambasciatore in quello stesso periodo presso Alfonso X (ne parlò lui stesso all’interno del Tesoretto) e potrebbe aver portato con sè una copia del volume al ritorno; una copia del Liber scalae è conservata presso la Biblioteca dei frati domenicani di Bologna (cfr. Luciano Gargan, “Dante e la sua biblioteca e lo Studio di Bologna”, 2014) e quindi poteva eventualmente essere consultata da Dante durante un soggiorno felsineo (nota di colore a margine: anche i Bolognesi sono all’inferno, e proprio nelle Malebolge).

Qui troviamo anche la figura del Profeta Maometto (IX bolgia, Canto XXVIII, fra i seminatori di discordie in quanto creatore di scisma in ambito politico, religioso o sociale) squartato e quindi fesso; è opinione diffusa che Dante sia stato tanto crudo nel linguaggio che lo descrive (“Or vedi com’io mi dilacco! vedi come storpiato è Maometto!”) quanto indulgente sulla collocazione del profeta, che non viene annoverato fra gli eretici del VI cerchio come logica medievale vorrebbe, ma in una meno “compromettente” bolgia dedicata agli scismi.

Riprendo ora in mano il concetto sopra espresso di “corrispondenza” fra opere e mi addentro di persona fra le anime penitenti. Il tema di questo breve studio è legato alla presenza, all’inferno, dei serpenti.

Da chi avrà preso Dante l’idea del serpente punitore? È pur sempre vero che il serpente è simbolo della tentazione nella Bibbia (Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: “È vero che Dio ha de
tto: ‘Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?’” Rispose la donna al serpente: “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”. Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male”. Antico Testamento, Pentateuco, Genesi 3, 1) ma in Dante i riferimenti biblici non sono poi così impattanti come potrebbe credersi; nella Commedia, come prima nel “Liber scalae”, i serpenti sono uno strumento di afflizione e tortura, non di tentazione.

Ecco un serpente con sei piè si lancia dinanzi a l’uno, e tutto a lui s’appiglia e quindi sí pareva, venendo verso l’epe de li altri due, un serpentello acceso, livido e nero come gran di pepe.Siamo, come detto, fra i ladri, nel canto XXV, dove vi è, tra l’altro, un richiamo esplicito a Ovidio e alle sue Metamorfosi (e alla trasformazione di Cadmo e Aretusa in serpente e fonte). Praticamente ci troviamo in una spirale di citazioni.

Maometto, nel suo viaggio nell’aldilà, incontrerà i serpenti come strumento di punizione infernale nella Quarta terra (quarta di sette - attenzione! - ritorna il numero “sette”, come sette sono, per esempio, le cornici del Purgatorio) descrivendoli così: Et sciatis quod hanc terram replevit Deus serpentibus inferni, qui ita magni et grossi sunt quod hoc dicere nemo posset (ve la traduco letteralmente, suona così E sappiate che Dio riempì questa terra coi serpenti dell’inferno, i quali sono così grandi e grossi che nessuno potrebbe dirlo); e poi aggiunge sunt magis namque nigri […] et cum peccatores inveniunt, tangunt eos che possiamo tradurre come “Sono in verità piuttosto neri […] e quando incontrano i peccatori li percuotono”.

I serpenti vengono utilizzati in entrambi i casi, quindi, come veicolo di sofferenza eterna, sono di colore nero, hanno delle malformazioni mostruose che li rendono spaventosi. Che si tratti di emulazione o di ispirazione non lo sapremo mai, potrebbe pure trattarsi pure di casualità. Tuttavia lo propongo anche a voi, questo gioco, senno sarei rimasto senza alcun argomento per il Dantedì!

(Davide Barella)

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