Header Ads

test

La sinossi: Come trasformare il tuo romanzo in una proposta editoriale accattivante


Esiste un momento molto importante tra la parola FINE sul proprio romanzo e il suo invio alla casa editrice. La scrittura della sinossi.

A che serve la sinossi? Come la si scrive? Ma (più importante ancora) che cos’è una sinossi? Andiamo con ordine.

“Sinossi” deriva dal greco Synopsis e significa letteralmente “sguardo d’insieme”. È una panoramica del romanzo che hai scritto, diciamo un riassunto dell’intera storia, senza tralasciare nulla, vale a dire le parti fondamentali del libro, i personaggi principali, i colpi di scena e ovviamente il finale. Le caratteristiche della sinossi sono due: la completezza e la brevità. Bisogna scrivere tutto e nel modo più sintetico possibile, in genere in una cartella.

Per sapere che cos’è una cartella e come formattarla trovate la guida qui: La cartella editoriale

La sinossi è rivolta all’editore o a qualsiasi professionista dell’editoria e serve per presentare il proprio scritto alla casa editrice, per farsi un’idea quanto più esaustiva possibile del romanzo. Secondo una teoria complottista diffusa tra molti aspiranti scrittori, la sinossi è un metodo creato dai poteri forti più pigri delle case editrici che non hanno voglia di leggere tutti i romanzi che arrivano in valutazione. Al di là delle macchinazioni, è anche vero che non è più come una volta quando a una casa editrice arrivavano dieci o venti proposte. Oggi arrivano dieci o venti proposte anche in meno di una settimana e scrivere una buona sinossi può fare la differenza, in quanto un professionista dell’editoria sa già come impostare il proprio lavoro.

Attenzione: scrivere una buona sinossi non è un modo per saltare la fila. In una casa editrice vengono lette TUTTE le proposte che vengono inviate, chiaramente tenendo sempre conto della linea editoriale. Se inviate un horror a una casa editrice che si occupa solo di romanzi d’amore, sinossi scritta bene o meno, la proposta verrà scartata. Quindi tenete sempre in considerazione la linea editoriale.

Se avete concluso il vostro romanzo e vi trovate nel gravoso momento di scrivere la sinossi eccovi alcuni consigli:

· Raccontare la storia. Non il romanzo. La storia. Se nel romanzo hai usato tagli, flashback, figure retoriche non ha importanza. Nella sinossi racconterai la storia dal principio alla fine.

· Non lasciare nulla in sospeso, non nascondere informazioni, scrivi tutto. Non devi stuzzicare la curiosità del lettore ma suscitare l’interesse di un editore (o di qualsiasi professionista dell’editoria) che deve essere informato nel modo più puntuale possibile. Pensa di andare dal medico per l’anamnesi. Al medico servirà sapere tutto. E anche all’editore.

· Scrivi senza uno stile, solo in italiano. Se il romanzo ha inflessioni dialettali, utilizza costruzioni verbali complesse o semplicemente parolacce, non deve trasparire dalla sinossi. E se è scritto in prima persona, utilizzare sempre la terza.

· Non esporre i temi o eventuali agganci con l’attualità. Se ci sono verranno fuori da sé e chi legge capirà. Perché se esponi i temi e poi nel romanzo non sono espressi a dovere, non si fa una bella figura.

· Mai esprimere giudizi o autoelogiare il proprio romanzo. Evitare “scrittura fortemente visionaria ed evocativa”, “costrutti non scontati”, “il racconto è ricco di colpi di scena che creano aspettativa e desiderio di proseguire con la lettura”. Ecco, non sei tu a doverlo dire. Di solito, chi esalta il proprio romanzo conosce benissimo l’italiano ma propone testi noiosi e presuntuosi. Non farlo.

· Una sinossi confusa può essere sintomo di un romanzo confuso. Stai attento.

· Dedica alla sinossi la stessa cura che un sarto dedicherebbe a una giacca. Per una giacca serve più stoffa di quella che il cliente indosserà. Tu scrivi di più. E poi taglia, cuci, lima, leviga le frasi. Esercitati a far stare tutto in 1800, massimo 2000 battute. Può venirne fuori una bella presentazione ma è anche un ottimo esercizio di scrittura, aiuta tantissimo a ragionare, a cercare le parole giuste.

(Giuseppe Brundu)

Nessun commento