Alla scoperta di sé: il doppio viaggio di Vera nei “Quaderni Verdi”
Cronache di carta
Federica Abozzi ci stupisce con uno stile di scrittura davvero originale, curato e gentile, oserei definire un po’ rétro. È uno stile che sa’ di calma, meditazione e pace, tipo lo stare seduti davanti a un panorama mozzafiato avvolti dal silenzio e dai suoni della natura, una specie di valzer lento, leggero e soave.
È Vera la protagonista di questa storia che è un viaggio anzi, un doppio viaggio alla ricerca di sé attraverso la sfida di luoghi sconosciuti; sola con le proprie risorse, spesso estranee come i luoghi che sceglie di andare a visitare o che forse la scelgono con un silenzioso richiamo in un intimo dialogo tra lei e il mondo. E così si trasforma tutto in curiosità, stupore, scoperta di opportunità finora mai considerate, è la volontà di arrivare a conoscersi nel profondo e superare ogni paura che frena, limita e chiude. È dunque un viaggio introspettivo oltre che un viaggio vero e proprio in giro per l’Italia e l’Europa. Tutto nasce per caso, ma non a caso nasce tutto durante un viaggio in treno, sembra un gioco di parole ma il punto è che niente accade mai per caso, tutto ha un senso nell’ordine delle cose, anche quando un senso non riusciamo a darglielo cosa in cui Vera è profondamente convinta. Bisogna saper cogliere i segnali, bisogna avere il coraggio di lasciarsi guidare dall’istinto, di andare incontro all’ignoto con spirito di avventura e nuova vita. Ecco, questo è Quaderni verdi. Perché, come dice Vera ma prima di lei, Baricco: “accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde” e così Vera si mette in ascolto, lei si ferma e attende il momento della risposta in un percorso che ha un tempo solo presente: “Per Vera fu solo che amabile rallentare il susseguirsi dei passi: poté concentrarsi maggiormente su quello che accadeva. Assaporare con più attenzione senza il peso di arrivare in un tempo prestabilito le permise di godere di questa esperienza in leggerezza, affrancandosi da qualsiasi dovere di traguardo. Il suo scopo principale era uno solo: deliziare la sua anima e fortificarla di autenticità di quei luoghi, di quei profumi.” Questo è lo stile di Federica, che rispecchia in qualche modo la personalità di Vera e non so se l’autrice sia d’accordo ma è la sensazione che mi ha accompagnata durante tutta la lettura. Un po’ come se lo stile di Federica e Vera siano interconnessi da un sottile filo. Concludo così questo consiglio di lettura. Vi auguro di trovare tra le pagine di questo libro la magia della calma, della ricerca, del coraggio, della perseveranza.
Brava Federica Abozzi. Stupiscici ancora con nuove storie. Brava Catartica Edizioni che come sempre non delude nella scelta dei suoi autori.
Buona lettura a tutti voi.
È Vera la protagonista di questa storia che è un viaggio anzi, un doppio viaggio alla ricerca di sé attraverso la sfida di luoghi sconosciuti; sola con le proprie risorse, spesso estranee come i luoghi che sceglie di andare a visitare o che forse la scelgono con un silenzioso richiamo in un intimo dialogo tra lei e il mondo. E così si trasforma tutto in curiosità, stupore, scoperta di opportunità finora mai considerate, è la volontà di arrivare a conoscersi nel profondo e superare ogni paura che frena, limita e chiude. È dunque un viaggio introspettivo oltre che un viaggio vero e proprio in giro per l’Italia e l’Europa. Tutto nasce per caso, ma non a caso nasce tutto durante un viaggio in treno, sembra un gioco di parole ma il punto è che niente accade mai per caso, tutto ha un senso nell’ordine delle cose, anche quando un senso non riusciamo a darglielo cosa in cui Vera è profondamente convinta. Bisogna saper cogliere i segnali, bisogna avere il coraggio di lasciarsi guidare dall’istinto, di andare incontro all’ignoto con spirito di avventura e nuova vita. Ecco, questo è Quaderni verdi. Perché, come dice Vera ma prima di lei, Baricco: “accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde” e così Vera si mette in ascolto, lei si ferma e attende il momento della risposta in un percorso che ha un tempo solo presente: “Per Vera fu solo che amabile rallentare il susseguirsi dei passi: poté concentrarsi maggiormente su quello che accadeva. Assaporare con più attenzione senza il peso di arrivare in un tempo prestabilito le permise di godere di questa esperienza in leggerezza, affrancandosi da qualsiasi dovere di traguardo. Il suo scopo principale era uno solo: deliziare la sua anima e fortificarla di autenticità di quei luoghi, di quei profumi.” Questo è lo stile di Federica, che rispecchia in qualche modo la personalità di Vera e non so se l’autrice sia d’accordo ma è la sensazione che mi ha accompagnata durante tutta la lettura. Un po’ come se lo stile di Federica e Vera siano interconnessi da un sottile filo. Concludo così questo consiglio di lettura. Vi auguro di trovare tra le pagine di questo libro la magia della calma, della ricerca, del coraggio, della perseveranza.
Brava Federica Abozzi. Stupiscici ancora con nuove storie. Brava Catartica Edizioni che come sempre non delude nella scelta dei suoi autori.
Buona lettura a tutti voi.
(Michela Magliona)
Lascia un commento