Sas Puntas – Pagine di Terra: Un Festival di Cultura Indipendente e Critica Sociale
Punto e a capo
A conclusione della seconda giornata della rassegna Sas Puntas – Pagine di Terra, svoltasi a Tissi il 15 settembre e a Porto Torres il 6 ottobre, è tempo di tracciare un bilancio. Dopo anni di stop forzato, iniziato nel 2020, e un tentativo di rilancio nel 2021, quest’anno siamo finalmente riusciti a riportare in vita un evento che vuole diventare un punto di riferimento per la cultura indipendente in Sardegna, non solo nel presente ma anche per il futuro. Le due giornate di quest’anno rappresentano un primo passo verso una ripartenza più strutturata nel 2025, con l’intenzione di organizzare un festival sempre ancorato ai temi di attualità che attraversano la nostra società, accompagnato dal lancio di una campagna di sottoscrizione per indielibri. Vogliamo dare sempre più spazio agli autori, veri protagonisti del territorio, troppo spesso relegati a eventi minori o marginalizzati nei festival “che contano”. Vogliamo ribaltare il paradigma che considera di “serie B” ciò che nasce dal territorio e dal nostro contesto sociale.
Il titolo “Pagine di Terra” di quest’anno non è stato scelto a caso. È un invito a vedere il territorio come un libro da leggere, con storie da scoprire. La nostra terra, ricca di storia e cultura, è stata messa al centro della rassegna, non solo come luogo fisico ma come simbolo di identità e appartenenza. Non a caso, i luoghi che hanno ospitato le giornate di quest’anno sono stati spazi insoliti per manifestazioni culturali: lo storico ipogeo nuragico di Sas Puntas a Tissi e la Necropoli Su Crucifissu Mannu a Porto Torres. La terra rappresenta il legame profondo con la nostra storia e cultura, ed è proprio questo che abbiamo voluto sottolineare attraverso i temi centrali del festival: autodeterminazione e guerra nella prima giornata, sovranità energetica e tutela ambientale nella seconda. Argomenti che, pur scomodi per alcuni, sono fondamentali per chi crede nel ruolo critico e riflessivo della cultura.
Il titolo “Pagine di Terra” di quest’anno non è stato scelto a caso. È un invito a vedere il territorio come un libro da leggere, con storie da scoprire. La nostra terra, ricca di storia e cultura, è stata messa al centro della rassegna, non solo come luogo fisico ma come simbolo di identità e appartenenza. Non a caso, i luoghi che hanno ospitato le giornate di quest’anno sono stati spazi insoliti per manifestazioni culturali: lo storico ipogeo nuragico di Sas Puntas a Tissi e la Necropoli Su Crucifissu Mannu a Porto Torres. La terra rappresenta il legame profondo con la nostra storia e cultura, ed è proprio questo che abbiamo voluto sottolineare attraverso i temi centrali del festival: autodeterminazione e guerra nella prima giornata, sovranità energetica e tutela ambientale nella seconda. Argomenti che, pur scomodi per alcuni, sono fondamentali per chi crede nel ruolo critico e riflessivo della cultura.
Quest’anno abbiamo affrontato il festival con la stessa determinazione che ci ha sempre contraddistinto: organizzare dal basso, dando spazio ai contenuti. Ci siamo organizzati completamente senza finanziamenti pubblici e senza piegarci a ingerenze esterne. Siamo convinti che la cultura debba essere uno strumento per far discutere e affrontare temi di attualità, anche quando questi possono risultare indigesti. Il futuro di Sas Puntas è legato a questa visione, e il 2025 vedrà una campagna di sottoscrizione dedicata a chi vuole sostenere non solo il festival, ma anche una serie di eventi culturali legati al territorio e ai suoi autori ed artisti.
Uno degli episodi più significativi di questa edizione è stato il cambio di location per la seconda giornata, originariamente prevista a Osilo e poi spostata a Porto Torres. Dopo un confronto con l’amministrazione comunale di Osilo, ci è stato chiesto di evitare il tema ambientale, in particolare in relazione al dibattito sulla speculazione energetica in Sardegna. Abbiamo trovato incomprensibile la posizione dell’amministrazione, preoccupata di non schierarsi nel dibattito. Da parte nostra, abbiamo ritenuto essenziale affrontare questo tema, e per non rinunciare alla rassegna abbiamo deciso di spostare l’evento a Porto Torres, dove invece la tematica è stata accolta con interesse.
Questo episodio ci porta a riflettere su cosa debba essere la cultura. Se la cultura rinuncia ad affrontare i temi cruciali e di attualità, rischia di ridursi a mero intrattenimento o, peggio, a puro veicolo di consenso. Noi crediamo invece che la cultura debba essere messa nelle condizioni di affrontare qualsiasi tematica e che la cultura e l’arte abbiano il preciso compito di far discutere e di dare una visione critica della realtà, anche quando i temi in questione risultano scomodi. Da parte nostra resta valido l’invito rivolto all’amministrazione di Osilo per organizzare una giornata sulla speculazione energetica da una prospettiva culturale e artistica. Ad oggi, però, solo silenzio.
Sas Puntas 2024 ha dimostrato quanto sia necessario discutere temi che ci riguardano da vicino. Un sentito ringraziamento va ai Comuni di Tissi e Porto Torres, a Francesca Pileri, Luana Farina Martinelli, Anna Borghi, Sabrina Mills, Cristian Augusto Grosso, Sabrina Meloni, Lavinia Rosa e all’Associazione Ponti non Muri, Anna Garau e alla Biblioteca Comunale “Antonio Ruju” di Tissi, Zaira Zingone, Maria Daniela Carta, Andrea Taffi, Salvatore Palita, Giovanni Soletta, Alessandra Mangatia e all’Associazione Flin, Maria Paola Cordella e al Collettivo ArtEntu. Nonostante le difficoltà, siamo sicuri che la nostra rassegna continuerà a crescere e a far discutere, mantenendo viva l’idea che cultura e arte siano tali solo se libere e veramente indipendenti, capaci di far riflettere e affrontare i temi che contano davvero.
L’appuntamento è per il 2025.
(Giovanni Fara)
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