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Ricchi, privilegiati e annoiati dalla vita: il narcotico sociale contemporaneo


Punto e a Capo   

Perché parlare di Fedez e Ferragni su un blog come indielibri, che si occupa principalmente di culture indipendenti? La domanda è legittima, soprattutto considerando che il loro mondo sembra lontano da qualsiasi forma di approfondimento culturale. Eppure, proprio per il loro ruolo centrale nell’immaginario collettivo contemporaneo, ignorarli significherebbe non cogliere un fenomeno sociale che influenza profondamente il nostro tempo. Non si tratta di giudicare le scelte personali o sentimentali dei protagonisti – innamorarsi, tradirsi, lasciarsi sono dinamiche umane – ma di analizzare ciò che rappresentano: un modello di vita costruito a tavolino, un’industria del consenso basata su finzione, profitto e spettacolarizzazione di una quotidianità non realistica.

Fedez e Ferragni non sono solo due personaggi pubblici: sono un brand, una macchina da soldi che trasforma ogni aspetto della loro vita in contenuto da vendere. Il loro modo di raccontarsi non è casuale; è progettato per essere consumato da milioni di persone, con l’obiettivo di imporre ideali di successo e stili di vita che spingono a desiderare ciò che possiedono, a invidiare la loro esistenza e a emulare i loro standard. Questo grande Truman Show della menzogna si esibisce in stili di vita che mescolano lusso ostentato e intimità esibita.

È qui che il discorso diventa interessante per un blog come il nostro: cosa dice questo fenomeno della società in cui viviamo? Quale valore culturale possiamo attribuire a tutto questo? La risposta non è semplice. Viviamo in un’epoca in cui si normalizzano le guerre e le tragedie umane: crisi umanitarie come il massacro a Gaza, con oltre 70mila morti, o la guerra in Ucraina vengono presentate dai media con la stessa enfasi delle ultime rivelazioni sui Ferragnez. Fabrizio Corona ha trasformato i presunti tradimenti della coppia in un evento mediatico virale, condito da accuse reciproche e dettagli della vita privata dei due, mentre tragedie umanitarie di portata storica vengono relegate sullo stesso piano del gossip. Tutto questo accade mentre ci intratteniamo passivamente davanti agli schermi, tra Sanremo e le serie dedicate a ricchi annoiati.

Ricchi, privileggiati e annoiati dalla vita: il mondo dei Corona, dei Fedez e delle Ferragni è semplicemente ripugnante. Ma su queste pagine, non ci si vuole limitare a lamentarsi del degrado culturale rappresentato da queste figure. L’alternativa è costruire reti culturali dal basso, nicchie di resistenza a un modello pagato con soldi pubblici fatto di gossip e superficialità per arricchire una macchina del nulla spacciata come cultura. L’accusa va ai media e all’informazione “ufficiale”, a un modello di business che sacrifica tutto sull’altare del profitto. È fondamentale riconoscere che quella roba lì non è cultura, e neppure può essere definita intrattenimento: è un narcotico sociale su cui poggia il consenso mediatico, politico ed economico del nostro tempo

(Giovanni Fara)


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