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La Deledda che non ti aspetti (e che ti piace di più). Intervista a Davide Barella


Una Deledda poco nota e che sfugge alle etichette. Il volume Grazia Deledda. Gli anni della Riviera Ligure, curato da Davide Barella per Catartica Edizioni, raccoglie racconti e poesie pubblicati tra il 1901 e il 1917 sulla rivista La Riviera Ligure, restituendo uno spaccato originale e poco esplorato della produzione dell’autrice sarda. Ne parliamo con il curatore Davide Barella.

1) Come è nata l’idea di lavorare a questo nuovo progetto editoriale dedicato agli scritti di Deledda pubblicati sulla storica rivista la Riviera Ligure?

Buongiorno a tutte e a tutti.
Cosa devo rispondere... se non che un filologo non rivela mai le sue intenzioni e le proprie fonti! Però mi sento in dovere di fare un’eccezione. Stavo facendo delle ricerche su Edmondo De Amicis e il rapporto che aveva con la mia provincia, Imperia, quando mi sono imbattuto in un suo scritto pubblicato sulle pagine della storica, quanto rara, La Riviera Ligure. Ho sfogliato qualche numero della rivista e ho letto spesso il nome di Grazia Deledda. Da qui è nata una ricerca febbrile e visto il grande e prezioso materiale reperito ho iniziato a ragionarci su. Collaboro da anni con Catartica Edizioni, che ha a cuo
re – fra gli altri – la pubblicazione integrale e qualitativamente eccelsa dell’opera di Grazia Deledda; ho anche ricordato di avere diversi loro libri sulla Deledda nella mia biblioteca personale, li ho ripresi, sfogliati, ho visto che erano proprio bellissimi, ho proposto loro di farne una raccolta con elementi innovativi, e il volume ha preso forma. E, visto come è riuscito, mi piace da morire!

2) Che ruolo ha avuto la rivista fondata dai fratelli Novaro nel panorama letterario italiano dell’epoca?

Come riporto nella lunga introduzione, il 
900 è stato il secolo delle riviste letterarie; in Italia se ne contano di prestigiosissime con nomi di assoluto rilievo accostati a futuri grandi calibri del panorama culturale italiano e internazionale, e a carneadi che hanno vissuto, comunque, una vera gloria, per quanto effimera. Accanto a La Voce, Nuova antologia, Solaria, 900 si pone anche La Riviera Ligure, nata come opuscolo pubblicitario della fabbrica di olio della famiglia Novaro e divenuta vetrina di assoluto rilievo per molti autori, alcuni dei quali diventati famosissimi. Oltre alla Deledda, vi possiamo trovare De Amicis, appunto, oppure Luigi Pirandello, per dirne uno.

3) Possiamo considerare la Riviera Ligure come una sorta di laboratorio creativo per Grazia Deledda?

Assolutamente sì! E lo prova la seconda parte del libro, dove dimostro il modo in cui alcuni racconti pubblicati su La Riviera sono stati ripresi e inglobati in libri più maturi, romanzi che hanno dato celebrità e Nobel alla scrittrice nuorese.

4) C’è un testo in particolare tra quelli raccolti nel volume che ti ha colpito per la sua modernità o per qualche elemento inaspettato?

Più di uno, in realtà; la raccolta è una vera e propria scoperta progressiva di modernità e di... inaspettato feeling con i generi più disparati. Personalmente preferisco il periodo e l’ambientazione sarda a quelli romani. Poi... diciamo che ho un rapporto personale molto particolare con la figura di San Michele, quindi a domanda rispondo... “San Michele Arcangelo”.

5) Il volume adotta un approccio filologico, evitando interventi “modernizzanti” sul linguaggio. Perché ritieni importante, oggi, restituire i testi nel modo più fedele possibile all’originale?

Oh, i motivi sono molti. Da dove inizio? Dal fatto che sono anche filologo; il rispetto delle fonti e delle carte è una questione di fedeltà e correttezza. Poi perché ho avuto la presunzione di voler dare vita a una curatela che ho definito io stesso “immersiva”; non la solita proposta, quindi, ma la volontà di proiettare i lettori nella dimensione originale e originaria dell’opera. Infine una motivazione... pratica. In Italia, percentualmente, ci sono molti più scrittori che lettori. Ecco, io voglio essere prima di tutto un buon lettore. E voglio lavorare su materiali rari, preziosi, cui dare sacro rispetto e da cui imparare. Questo libro è il tredicesimo su cui lavoro, fra narrativa breve, saggi e curatele. O cresco e faccio dei salti di qualità, o passo la mano e mi dedico ad altro. Volumi come questi mi permettono di crescere.

6) Secondo te, quanto è attuale oggi la scrittura di Grazia Deledda, anche per un pubblico giovane?

Molto più di quanto si possa immaginare. Tanti elementi depongono a favore dell’accessibilità del libro a una platea di giovani. La novella è una forma di comunicazione rapida, intensa, autoconclusiva (diciamo nella maggior parte dei casi), ricca di stimoli. Poi la varietà di stili e canoni può fare la differenza: qui dal melò si passa all’horror, al folk; in alcuni passaggi il testo è finanche punk. Perché non dovrebbe piacere ai ragazzi? Sdoganiamo i preconcetti sulla letteratura femminile del secolo scorso. Qui dentro ci sono dei racconti formidabili!

7) Come si intrecciano, nel tuo percorso, il lavoro di docente, drammaturgo e curatore editoriale?

Il Docente ha la centralità assoluta; adoro fare il prof di Lettere, ho sempre avuto un rapporto bellissimo con i miei studenti e i miei colleghi ovunque mi sia trovato, sto in un ambiente che mi fa stare bene e mi dà grande soddisfazione. Il curatore editoriale nasce in aula; adoro lavorare sui testi, in classe faccio in modo che prevalga l’aspetto didattico esperienziale. Facciamo ricerca, leggiamo gli originali, agiamo sui “prodotti” d’ingegno, li contestualizziamo, rendiamo gli apprendimenti “trasversali”. Un curatore sui testi non fa altro che questo... Il teatro, mio compagno di vita, mi sta ancora accanto. Non ai livelli di quando ero professionista, ma con gli studenti delle scuole dove insegno il laboratorio di teatro non manca mai. E si lavora molto, sempre, su varie forme di... testo...

8) Hai in programma presentazioni o iniziative legate alla promozione del libro sul territorio? Dove pensi sia importante portare questo lavoro?

Ho già un paio di eventi in calendario per questa estate, ma stiamo lavorando con l’Ufficio stampa Catartica a una serie di presentazioni. Ho avuto un anno molto molto impegnativo dal punto di vista scolastico... Secondo me questo lavoro deve avere due priorità; il mondo della scuola, specialmente le classi quinte superiori, e il territorio, di cui i racconti e la rivista sono espressione nobile.

- Grazie Davide, ci lasciamo con la promessa di tornare presto ad approfondire il concetto, affascinante e tutto da esplorare, di una Deledda finanche punk.

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