Header Ads

test

Granelli di sabbia di Davide Forte – Scrivere per ricomporsi


Un libro breve, intenso, di 128 pagine, ma con un peso specifico enorme. Granelli di sabbia nasce nel carcere di Is Arenas ad Arbus, da un laboratorio di scrittura immersiva curato da Davide Forte. Un ponte sottile ma necessario, costruito con le parole di chi oggi vive in una dimensione sospesa, nella realtà del carcere. 

«... certe volte si infilano tra le dita,
insopportabili, eppure brillano
come diamanti sulla prima luce dell’alba
e coi dolci raggi della luna piena.»

La raccolta mette insieme poesie e racconti scritti dai detenuti, nati da esercizi semplici ma profondi: una parola, un’immagine, un ricordo. Da lì, la voce. Alcuni testi sono firmati, altri no. A unire tutto, la necessità di evadere idealmente e costruire una connessione con l’esterno del carcere. 

Non si tratta di un esercizio di stile, ma di una potente testimonianza emotiva e collettiva. Il laboratorio si è trasformato in una dimensione di libertà, attraverso la scrittura: uno spazio in cui pensieri, percezioni e speranze hanno trovato forma e parola. Davide Forte ascolta, stimola, raccoglie. Il resto lo fanno loro. Con autenticità, forza e speranza. Un processo di scrittura che diventa anche un modo per ricomporsi, pezzo dopo pezzo, parola dopo parola.

Nel libro, tra una sezione e l’altra, i proverbi senegalesi creano una trama interculturale che arricchisce il senso dell’opera e si intreccia con la realtà concreta in cui nasce il progetto. La colonia penale di Is Arenas, al 13 luglio 2025, ospita 89 detenuti, di cui circa il 68,8% è di origine straniera (dati ministeriali).

«Chi non ha ancora attraversato il fiume non rida di chi è annegato.»
(Ibrahim)


Tra le pagine, anche una poesia diventata canzone: “La prospettiva di un comandante”, musicata da Andrea Serpi. Un altro modo per far risuonare le parole oltre la prigione.

«Siamo vicini ormai, sento il profumo del mare. Ho imparato a riconoscerlo da bambino, mio padre era un pescatore, un giorno ha deciso, mi ha preso per mano e mi ha portato nel suo mondo.
Adesso però, in questo viaggio, sono io a tenere per mano i miei figli, uno con la mano destra e uno con la mano sinistra. Mia moglie poco dietro trascina i piedi, stanca. È pur sempre una cosa complicata attraversare un deserto. Insieme a noi altri, tanti, su quella stessa strada, prima e dopo.»

(“La prospettiva di un comandante”)

La pubblicazione, curata da Catartica Edizioni (Collana Tremori), non è un’operazione estetica: è un atto politico, sociale e umano. I diritti d’autore saranno devoluti a un’associazione impegnata all’interno del carcere. Un gesto concreto, coerente con lo spirito del libro: scrivere per ricostruire.

(Redazione)


Nessun commento