Il 13 ottobre 1902 nasce Arna Bontemps: la voce della Rinascita di Harlem

Controtempo

Il 13 ottobre 1902 nasceva ad Alexandria, in Louisiana, Arna Wendell Bontemps – poeta, romanziere, attivista e bibliotecario – una delle voci più significative ma talvolta meno celebrate della Rinascita di Harlem, quel fervente movimento culturale che, negli anni Venti e Trenta del Novecento, fece risuonare nei vicoli e nei salotti di New York il canto nuovo dell’identità afroamericana.

Bontemps, figlio di un insegnante e di un muratore, crebbe in un’America ancora profondamente segnata dalla segregazione razziale. Dopo gli studi alla Pacific Union College, si trasferì ad Harlem, dove divenne parte di quella costellazione di intellettuali, poeti e artisti – tra cui Langston Hughes, Countee Cullen e Zora Neale Hurston – che diedero forma a un’autentica rivoluzione estetica e politica.

La voce poetica di Arna Bontemps si distinse per una delicatezza che non era debolezza, ma profondità: un tono meditativo, mai urlato, capace di restituire la dignità e la complessità dell’esperienza nera americana.
Nei suoi versi si intrecciano malinconia e speranza, fede e memoria, spiritualità e quotidianità. Raccontano il Sud dei campi di cotone, i canti dei lavoratori, la nostalgia per una libertà promessa ma mai pienamente concessa.

Come scrisse in una delle sue liriche più note, “A Black Man Talks of Reaping”, Bontemps esprimeva la frustrazione di una generazione che aveva seminato instancabilmente senza poter raccogliere i frutti del proprio lavoro – metafora potente delle ingiustizie sistemiche che continuavano a gravare sugli afroamericani.

Ma Bontemps non fu soltanto un poeta. La sua opera narrativa, in particolare il romanzo God Sends Sunday (1931), affronta con tono lirico e simbolico la vita di un fantino nero, evocando la tensione fra sogno e disillusione che accompagna gran parte della letteratura afroamericana del periodo.

Negli anni successivi, si dedicò con passione alla preservazione della memoria culturale nera. Da bibliotecario alla Fisk University di Nashville, costruì una delle più importanti collezioni di letteratura afroamericana degli Stati Uniti, contribuendo in modo decisivo alla valorizzazione e alla conservazione di un patrimonio che rischiava di andare disperso.

Arna Bontemps morì nel 1973, ma la sua eredità continua a vivere nei testi che custodì e in quelli che scrisse. La sua figura rappresenta la congiunzione perfetta tra creazione e custodia, tra arte e archivio, tra parola e memoria.
In un’epoca in cui la voce nera cercava di farsi ascoltare, Bontemps fu il poeta che scelse la meditazione come forma di resistenza, e la pagina come spazio di libertà.

Ricordarlo nel giorno della sua nascita, significa riscoprire una dimensione intima della Rinascita di Harlem – quella meno scintillante ma più profonda, dove la letteratura era, prima di tutto, un atto di cura verso la propria comunità e verso la verità della storia.

(Salvatore Palita)

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