Nota di lettura a “Blue Sunday” di Marco Lepori
Un nuovo exploit di Marco Lepori: “Blue Sunday”, il terzo romanzo della saga trash country iniziata con “La domenica della cattiva gente” e continuata da “Dancing days”, editi come l’ultimo appena uscito da “Catartica”.
La vicenda trae spunto da una spedizione con intento politico pacifista, contro la militarizzazione della amata isola sarda, verso Capital city (si intende Cagliari) organizzato da una scombiccherata armata Brancaleone, costituita da personaggi improbabili e proprio per questo verosimili, nella descrizione di un mondo particolare, di una fauna umana cui Lepori è affezionato e che sa descrivere con maestria sempre più paradossalmente raffinata. Si avvicendano nella descrizione del viaggio e delle sue comiche avversità personaggi economicamente e culturalmente sottosviluppati, uniti tra loro pur sempre da un’idealità condivisa, che li convince a sostenere fatiche e avventure che la borghesia, pur impegnata, disdegnerebbe.
Così qualcuno affronta impavido la violenza della polizia, un altro si sottopone alla tortura dell’indisposizione gastrica causata dall’inevitabile sbornia; altri ancora si cimentano in una spesa proletaria, rischiando l’incolumità fisica. Matteo Valderrama, Michele Moscone, FasciPorco, Labbrone James ed altri numerosi personaggi, caratterizzati dal loro soprannome, che somiglia all’imposizione di un destino, ci narrano vicende tragicomiche che destano ilarità ma insieme commuovono, poiché è per tutti naturale la solidarietà e la simpatia per chi nella vita non riesce ad adattarsi, per mancanza di risorse e per inguaribile ingenuità.
Attraverso un espediente narrativo (il ritrovamento di un manoscritto inedito) non certo singolare e proprio per questo autoironico, l’autore introduce anche una vicenda ambientata nel corso della prima guerra mondiale, che sottolinea l’inanità del risvolto bellico (“una guerra prima o poi deve pur finire”), destinata perciò a nobilitare l’impresa e l’ideale pacifista descritti nei tempi attuali.
La narrazione si giova della spigliatezza e vivacità del prosare di Lepori, che mai annoia e, sottilmente ironica, invoglia ad una lettura rapida e spassosa, in cui ogni dramma umano viene ricondotto al genere della “Commedia” che, fin dai tempi di Aristofane, ben può affrontare con sapida levità argomenti importanti e tragici, come quelli qui toccati.
Raffaele Ciminelli è nato a
Genova nel 1949. Si è laureato in Giurisprudenza nel 1973 e l’anno successivo è
stato assunto in Banca. Nel 1993 è giunto a Roma, ove attualmente vive e lavora.
Da sempre coltiva la passione per scrittura e la poesia ricevendo numerosi
riconoscimenti e pubblicando diverse opere poetiche e di narrativa. Da alcuni
anni partecipa al laboratorio poetico in Roma “PerIncantamento” diretto dal
noto critico e scrittore Plinio Perilli.
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