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Riscopriamo insieme "Breve compendio sopra gli umani caratteri" di Pee Gee Daniel


Quest’anno Catartica compie 5 anni e abbiamo pensato di riscoprire assieme ai nostri lettori alcuni titoli a cui siamo particolarmente affezionati e che hanno dato la possibilità, soprattutto agli inizi, di far conoscere questa piccola realtà editoriale fra gli scrittori esordienti e fra la moltitudine di lettori famelici di testi non scontati e completamente fuori dal comune. Abbiamo pensato di dare vita a questa rubrica con l’intervista a Pee Gee Daniel, alias Pierluigi Straneo, autore di “Breve compendio sopra gli umani caratteri”, Collana Ziggurat, 2017, 128 pag. euro 10,00.

Buongiorno Pierluigi, grazie di aver accettato di rispondere a qualche nostra domanda.


 1) “Breve compendio sopra gli umani caratteri” è uno dei primissimi libri pubblicati da Catartica Edizioni. Il primo tra gli autori contemporanei. Ci vuoi parlare di questa tua esperienza e di come sei venuto in contatto con questa casa editrice? 

Avevo letto una segnalazione sull’apertura di questa nuova casa editrice che mi aveva colpito, avevo appena finito di scrivere questo manualetto di filosofia pop incentrato sulla suddivisione e descrizione dei caratteri umani e ho pensato bene di proporlo a loro. È andata bene.

2) “… la storia umana è prima di tutto storia... di caratteri!”, così recita estratto della sinossi del tuo libro. Puoi dirci in breve di cosa parla il libro?

Il libro cerca di individuare e analizzare i vari caratteri (e sotto-caratteri) in cui si può suddividere l’intera umanità. Lo fa in modo spesso scanzonato, anche se l’argomento viene trattato col massimo rigore. Tra l’altro, nonostante il tema mi sia sempre apparso piuttosto rilevante, il mio libro ha pochissimi precedenti, il più noto dei quali è di Teofrasto. La tesi di fondo è che ognuno di noi nasca con un carattere ben preciso e immutabile, come una specie di marchio, che dominerà le nostre vite e le nostre scelte future, mettendo di conseguenza in dubbio l’esistenza di un vero e proprio libero arbitrio.

3) L’ironia è il registro che contraddistingue il tuo stile di scrittura, il tuo è un testo canzonatorio e divertente, eppure è stato pubblicato fra i saggi, pensi sia la giusta collocazione? Fu un errore dell’editore o una scelta calcolata e impavida?


L’editore ha fatto benissimo. Come dicevo, è un saggio scherzoso, ma pur sempre un saggio, che tenta di dimostrare una tesi con esempi, ricostruzioni storiche e solide inferenze alla mano. L’ironia è in fondo un modo come un altro per indorare la pillola, il metodo più piacevole per propinare argomenti anche piuttosto gravosi senza che risultino troppo indigesti. Del resto l’ironia è una componente fondamentale della filosofia, come ci insegna Socrate.

4) Come mai hai scelto di pubblicare con pseudonimo? Quando nasce Pee Gee Daniel?

“Per non far vergognare i parenti”, rispondo spesso. In realtà è una scelta programmatica: un modo di distanziare la persona dall’autore, il tizio che va a fare la spesa, paga le bollette, si sbronza al pub da chi firma i libri, che risulta invece essere il suo distillato, ossia la sua parte più ponderata e disciplinata. Pee Gee nasce come forma inglesizzata dell’ipocoristico Pigi, nomignolo con cui da sempre contraggono il mio nome di battesimo Pierluigi, Daniel invece è un omaggio al Jack Daniel’s, che tanta ispirazione mi ha dato.

La Stampa, 30 gennaio 2018
5) Nella società contemporanea la scrittura che importanza riveste?

La scrittura rimane fondamentale. Tutti scrivono, continuamente, su Whatsapp, su Messenger, su Facebook, scrivono libri di poesia e romanzi gialli. La differenza tra il vero scrittore e lo scrivente è quale segno lasciano i suoi scritti nella società o perlomeno tra i suoi più o meno numerosi lettori.

6) Quanto sei legato al contesto in cui vivi e cosa di questo ti piace maggiormente raccontare nei tuoi libri?

Pochissimo. Io vivo in Alessandria, ma col lavoro che faccio potrei vivere ovunque. Sono costretto a rimanere qui dai legami affettivi, ma non ne vengo particolarmente condizionato. In tempi passati ho tratto spunto da storie locali, ora meno. La mia “alessandrinità” (come già, mutatis mutandis, per Umberto Eco) spunta fuori nel sarcasmo, a volte feroce, tipico di queste zone.

7) Pensi di tornare a pubblicare in futuro con Catartica Edizioni?

Perché no?! Anzi, ora che mi ci fai pensare, avrei una raccolta fresca fresca da proporgli...

8) Il tuo ultimo libro?

Ora sto cercando di sviluppare un progetto che orbita intorno a un supereroe di mia invenzione che si chiama Mister Okay. Un essere superiore, invincibile, che in un prossimo futuro condizionerà il nostro pianeta, portando la pace e la prosperità che da sempre agogniamo. La domanda filosofica che sorge spontanea è: una volta che l’umanità avrà finalmente raggiunto il suo paradiso in Terra, ne sarà davvero felice o piuttosto tenterà di tornare all’antico stato di ineguaglianze e conflitti?
Ultimamente quando un editore mi chiede un contributo, se riesco scrivo qualcosa in cui c’entri Mister Okay. L’ultimo esempio è “Okaytopia”, racconto lungo che trovate nell’antologia “Archeologie del basso futuro”, edita anche in cartaceo da Delos Digital.


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