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Scrittori col minimo sindacale. Ancora aperta la quarta edizione del premio letterario “Urban Jungle”, il tema è il "lavoro"


C’è tempo sino al 23 aprile per inviare un racconto alla casa editrice Catartica Edizioni.
La narrazione delle opere pervenute dovrà ruotare attorno alla tematica del lavoro: dalla difficoltà di trovare un’occupazione a quella di ottenere condizioni economiche dignitose. Storie di subalternità e sfruttamento, di rabbia e ribellione, di denuncia e rivalsa sociale.
Oltre alla new entry Sabrina Meloni, la giuria vede confermata la presenza di Vincenzo Elviretti 
e dell’editore Giovanni Fara , una costante, questi ultimi, dal principio del Premio.
Nel corso delle edizioni, ricordiamo, la giuria ha visto l’adesione anche di Marco Lepori e Cristian Augusto Grosso, entrambi autori di Catartica Edizioni.
Sabrina Meloni, già collaboratrice della casa editrice sassarese in altre iniziative, studia musica, e segue alla ideale staffetta esaminatrice a Cristian Augusto Grosso, suo compagno di vita e di passioni politiche e intellettuali.
Cogliamo, invece, l’occasione per scambiare quattro chiacchiere con Vincenzo Elviretti 
nella veste si Presidente di giuria e già autore di Catartica con i libri Il Vento, racconto di una canzone e Pietre. Storie di provincia.

1) Vincenzo, forse è presto per fare un bilancio di quest’edizione di Urban Jungle, a che punto siamo?

Sì, è ancora presto per tirare linee qualitative e quantitative sui testi che stanno, appunto, ancora arrivando alla casa editrice. Per la poca esperienza che ho acquisito come giurato ho capito che la maggior parte dei racconti partecipanti arrivano in prossimità della scadenza del bando. Comunque, ho letto diversi di quelli pervenuti sinora e ce ne sono alcuni che ho apprezzato particolarmente.

2) Parlaci di come nasce l’idea di focalizzarla sulle tematiche lavorative

L’idea è la mia. Giovanni mi ha chiesto se avessi qualche proposta per questa edizione e così, dopo avergliene suggerite alcune, mi è venuto in mente che uno dei progetti letterari che nel tempo ho solo abbozzato aveva un titolo ben definito, e cioè, “Curriculum, storie di ordinaria disoccupazione”.

3) Che fine hanno fatto i curriculum?

Sono rimasti nel cassetto. Ma forse è meglio così, nel senso che avrebbe definito troppo, e forse limitato, gli elaborati che sarebbero pervenuti.
Nel mio progetto personale c’era l’idea di partire da dei curriculum reali (ho la fortuna di averne letti di diversi), e ancora oggi li ritengo fonti fantastiche da cui sviluppare storie di fantasia. Magari un giorno mi ci rimetterò a lavorare.

4) Stai scrivendo qualcosa?

Sì, mi sto dedicando a completare 101 brevissimi racconti di 101 parole. È una cosa che è nata un po’ per gioco, pubblicandone mensilmente uno alla volta, da un po’ di tempo, su una rivista locale. A ogni racconto è associata una fotografia di mia visiva elaborazione. Nelle intenzioni, il lavoro finale sarà un testo letterario e fotografico, unitamente, anche perché la maggior parte dei racconti sono ispirati dalle immagini.
Appena conclusa questa “fatica”, ho intenzione di rivedere un romanzo inedito che scrissi un po’ di tempo fa, che accantonai e scelsi di non proporre ad alcuno per ragioni personali, in una sorta di autocensura dettata dalle condizioni particolari che il mio animo stava affrontando in quel tempo.

5) Qualcosa è cambiato da allora?

Oh sì, ora sono un autore di Catartica Edizioni.

(Corea)

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