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Intervista a Davide Barella: Il suo ultimo libro “La terra dei Filibustieri” e la sua passione per la letteratura avventurosa


Davide Barella nasce nel 1972. Vive e opera in provincia di Imperia. Drammaturgo, scrittore, insegna Lettere alle scuole superiori.
È autore di saggi, curatele, racconti. Collabora con diverse realtà giornalistiche. Predilige la letteratura avventurosa e quella distopica.
Per Indielibri ha scritto due articoli, uno su George Orwell e uno sul “Metodo Salgari”.

1) Ciao Davide, bentornato. Il 3 aprile esce il tuo nuovo saggio. La terra dei filibustieri, per Eretica Edizioni. Vuoi dire ai nostri lettori di cosa parla?

Buongiorno a voi, è sempre un piacere essere su queste pagine. 
È un saggio romanzato, quindi scritto con un linguaggio misto, sia tecnico che discorsivo, sulle corrispondenze che vi sono fra personaggi, storie e circostanze di alcuni libri di culto della letteratura avventurosa e la terra compresa fra Tolone e Genova, con epicentro la città di Ventimiglia, dove sono nato, lavoro e vivo da mezzo secolo.

2) Quali sono questi libri?

Il Corsaro Nero di Emilio Salgari, L
’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, Il pirata di Joseph Conrad e Il barone rampante di Italo Calvino. Ma nel volume sono citati o trattati almeno venti altri autori, dal Sommo Dante ai carneadi del genere, come Teresa Guidi Gamucci e Antonio Quattrini Garibaldo.

3) Quest
’anno ricorre il centenario della nascita di Italo Calvino”. È stato fatto apposta?

Onestamente, no. È un caso, ma ben venga. Anche se il “caso”, spesso, non esiste.
Al libro lavoro dal 2019, ma dalluscita di Amici fragili, che è andato molto bene, mi sono dedicato ad altro. Alla narrativa breve, vincendo qualche concorso, e facendo alcune esperienze come curatore editoriale.

4) Hai introdotto, fra le altre cose, la versione sarda de Le Pantere di Algeri, per Catartica Edizioni. Comè il lavoro del curatore?

Il più bello del mondo. Se mi chiedessero cosa vorrei fare da grande, risponderei senza dubbio quello. Come meravigliosa è stata l
esperienza di Presidente della Giuria del Concorso “Tene Tene” 2022. Ti apre la mente, e la mia, senza falsa modestia, è già una mente scardinata!

5) Ora fai linsegnante.

Quest
anno sono al Liceo “Aprosio” di Ventimiglia su classe A11, materie letterarie e latino.

6) E come ti trovi?

Benissimo! Un Liceo è “Tanta roba” (ride).

7) La scuola influenza il tuo lavoro di scrittore?

Certamente! Mi auguro sempre che fra i miei lettori ci siano pure gli studenti, perché la fantasia e la creatività sono troppo mortificate dalla marea tecnologica che ha travolto i ragazzi. “Sognare” non solo è legittimo, ma assolutamente necessario.


8) Pensi che La terra dei filibustieri possa aiutarli in questo?

Guarda, è un volume che viaggia su due binari paralleli. Da un lato si parte dal testo e si analizzano date, luoghi, avvenimenti su basi concrete: libri, documenti, tutto ciò che la ricerca filologica seria suggerisce. Ho fatto cinquemila chilometri per consultare materiali in tutta Europa e limitare al minimo il margine di errore. Dall
altro lato muovo dal concetto di “suggestione”; se un castello, una fortezza, un condottiero hanno suggestionato me, perché non potrebbero averlo fatto con gli autori? In letteratura non si inventa nulla, tutto ha un riferimento reale, anche fantascienza e fantasy lo hanno. Siamo quello che viviamo.

9) Il libro chiude idealmente una trilogia, iniziata con Il Conte di Ventimiglia e proseguita con I Ventimiglia. Conti. Corsari. Eroi.. Esiste un quarto capitolo per il futuro?

No, non penso. “Il Conte” fu una sorpresa per tutti. Nacque da un convegno che ebbe un effetto tsunami. Edizioni nazionali dei quotidiani, inviti in radio e in tv (parliamo anche di RAI in entrambi i casi). E chi se lo sarebbe aspettato? “I Ventimiglia” me lo sono ritrovato, con stupore che puoi immaginare, nella biblioteca della Princeton University of New Jersey. Insomma, io, capisci?

10) Progetti futuri?

Promozione adeguata di questo libro, per il quale ho già un calendario molto interessante e fitto. Altri cinquemila km di marcia in vista. Poi… Recuperare i lavori penalizzati dalla pandemia, come “Le Pantere” per esempio. Infine…
Ho in cantiere ben quattro progetti, trasversali. Narrativa “lunga”, un saggio su Dante, frutto di due anni di studi, un
idea su De Amicis e… uno segreto. Ho trovato materiale inedito “scottante” che non vede lora di essere pubblicato. Ma non ne parlo certo in pubblico ora!

(Redazione)

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