Ovidio Marras: il contadino che ha sconfitto i giganti del cemento e difeso la sua terra
Ci ha lasciato ieri, a 93 anni, Ovidio Marras, il contadino sardo che ha affrontato e vinto una battaglia epica contro i giganti del cemento.
La sua storia ha destato scalpore in Sardegna e non solo. Marras si è opposto con forza a un mega-gruppo immobiliare deciso a cementificare la spiaggia di Tuerredda. Con oltre 140 mq di cemento già gettati intorno alla sua casa, Marras si era rifiutato di vendere il suo terreno alle spalle dell’arenile. Il progetto rischiava di distruggere la foce del rio di Tuerredda, un’area ambientale protetta e tutto l’ambiente circostante.
Deriso come un “vecchio scemo tignoso”, Marras ha iniziato la sua battaglia contro la Sitas, il colosso immobiliare coinvolto. I bulldozer che gli hanno deviato la strada d’accesso al suo furriadroxiu hanno innescato una lunga battaglia legale, durata più di dieci anni. Ma alla fine, Marras aveva trionfato. La Cassazione aveva sentenziato contro la Sitas, bloccando la costruzione del mega resort a Capo Malfatano nel territorio di Teulada.
La vittoria è arrivata e nel 2018, la Sitas è stata dichiarata fallita, mettendo fine al progetto del mega villaggio turistico a Teulada. Ovidio Marras, con la sua azione coraggiosa, è diventato un simbolo contro i modelli di sviluppo turistico che minacciano la cultura locale e l’ambiente. La sua storia è un monito contro i giganti del cemento e un incoraggiamento per chiunque voglia difendere la propria terra da progetti speculativi il cui ritorno economico è sempre quasi nullo nei confronti delle comunità locali.
A Teulada, il gruppo immobiliare aveva fatto leva sulla povertà economica della regione, millantando la realizzazione di un modello di sviluppo vincente. Teulada ospita da cinquant’anni un poligono che ha sottratto alla comunità oltre 7mila ettari, determinando l’impoverimento economico e condizionandone lo sviluppo sociale ed economico. Un’area con poche prospettive in cui era facile fare leva sulla politica per approfittare di mettere le mani su questo angolo di terra per un progetto le cui finalità speculative ne avrebbero gravemente ed irrimediabilmente danneggiato l’intero ecosistema.
Ovidio Marras resta un esempio per coloro che guardano a modelli di sviluppo rispettosi dell’ambiente e della cultura locale in contrapposizione ai modelli di turismo di importazione basati sul cemento e un turismo di massa insostenibile ed incompatibile con le caratteristiche del territorio, la più grande ricchezza che possediamo, e che dovremmo cercare di valorizzare come punto di partenza su cui poggiare il futuro del nostro sviluppo. Sarà anche per questo che Ovidio, definito un vecchio ingenuo, a cui avevano offerto somme da capogiro per vendere la sua terra, rispondeva in sardo, a tutela dei suoi principi e valori che “La terra resta. Su dinai, mancai no portat alas bolat” (“i soldi anche se non hanno le ali, volano”).
(Giovanni Fara)
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