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Editoria a pagamento: quanto costano i sogni?


Interlinea

Vorrei parlarvi di un virus che infesta il mondo dell’editoria. L’editoria a pagamento.

Anche se in realtà, per essere precisi, non si tratta neanche di editoria ma si usa questa dicitura solo per non chiamarla in altri modi come per esempio “stamperia” o “tipografia” o cose poco carine. Che se li meriterebbe anche.

In ogni caso, procediamo con ordine. Che cos’è l’editoria a pagamento?

È ogni forma di pubblicazione tramite casa editrice che preveda un contributo in denaro da parte dell’autore, ovviamente da corrispondere all’editore. Non è importante quale sia il fine del contributo, o in che voce sia nel contratto. È editoria a pagamento quando si corrispondono soldi all’editore per acquistare copie del libro, promuoverlo, sostenere costi per l
organizzazione di presentazioni, per l’editing, la copertina, l’impaginazione. In sostanza, per tutto. Ogni volta che, per contratto, l’autore deve dei soldi alla casa editrice, siamo di fronte a un caso di editoria a pagamento.

È anche vero che spesso e volentieri gli editori a pagamento utilizzano metodi subdoli. Per esempio qualche volta possono chiedere soldi per preordini obbligatori (con magari una penale in caso non si raggiunga la quota minima) oppure per il pagamento di servizi basilari che in contratto possono figurare come “servizi aggiuntivi” come editing o copertina. E di solito questi editori si giustificano con cose del tipo “io non chiedo soldi per pubblicare ma solo per alcune copie”. Sostituite “alcune copie” con “copertina”, “spese di spedizione” o qualsiasi altra cosa. La sostanza non cambia.

Rientrano in questa categoria anche le piattaforme che forniscono servizi di stampa on demand (su richiesta) e quelle che promuovono la pratica del crowdfunding (vendita del libro prima della stampa, che avverrà solo al raggiungimento di un numero minimo di libri prenotati). Chi fornisce tali servizi si definisce “editore” ma di fatto sono solo delle stamperie ed è ancora un mistero (ma neanche così tanto) il perché possano partecipare al Salone del Libro o ad altri festival dell’editoria.

Altre volte gli editori non sono per niente subdoli e mettono subito in chiaro che per pubblicare il tuo romanzo devi pagare. Quanto? In certi casi anche tre o quattromila euro.

A differenza delle case editrici non a pagamento (o “free” o “gratuite” o “come dovrebbero essere”) una casa editrice a pagamento accetta quasi tutti i libri che gli vengono offerti. Questo perché non guadagna dalla vendita dei libri, ma dalla vendita di servizi (e libri) agli autori. Infatti la modalità più gettonata è chiedere all’autore l’acquisto delle copie del suo libro. A volte dieci, a volte venti. Altre volte un centinaio e oltre e rappresentano le uniche copie che verranno stampate. Poi spetta all’autore farne quello che gli pare. Rivenderle a sua volta, regalarle agli amici e ai parenti o, come accade più spesso, stiparle in cantina. Il mondo degli aspiranti scrittori è pieno di autori inesperti che si sono fatti “convincere” da editori a pagamento e si sono alleggeriti di migliaia di euro e riempiti di scatoloni di volumi non letti. Questo tipo di editori (ma dobbiamo continuare a chiamarli “editori”?) fa credere agli autori di aver scritto un romanzo bellissimo, profondo, che venderà tantissimo. In realtà non è assolutamente vero perché se si trattasse di un best seller l’editore non avrebbe bisogno di chiedere del denaro per pubblicarlo.

In questo modo l’autore, a caccia di fama o di passione, cade nella trappola e il danno è fatto. La pubblicazione a pagamento rimane nel curriculum. In negativo però. In negativo perché molti editori free non accettano autori che hanno in precedenza pubblicato a pagamento, il libro non viene venduto nelle librerie e non viene distribuito in nessun circuito. Così l’autore si è guadagnato una macchia sulla sua carriera difficile da lavare via e l’unico ad averci guadagnato è stato l’editore che si è fatto pagare.

In molti cadono nel tranello, in alcuni casi perché sono all’oscuro di come funzioni l’editoria e in altri perché gli autori non hanno nessuna voglia di aspettare la pubblicazione del loro romanzo imprescindibile per la storia della letteratura né di affrontare una selezione. Non sia mai che si debba rinunciare a un rettangolo di carta con sopra il proprio nome.

Il mondo dell’editoria a pagamento è grande quanto quello dell’editoria non a pagamento (o “free”) e ci sono davvero tante cose da dire, troppe per questo articolo. Quindi preparatevi perché tornerò a parlarne. Da forme di ricatto agli autori, passando per pagamenti di penali, per arrivare ad aneddoti e curiosità su questo fantastico mondo di editori laureati all’Università Della Vita.

Segnatevi un concetto molto importante: nessun autore deve sborsare un centesimo per pubblicare il suo libro. Ma, prima di tutto, l’unico motivo per scrivere è avere qualcosa da dire che meriti di essere raccontato. Non mettetevi a scrivere solo perché avete del tempo libero o perché sperate di diventare ricchi.

(Giuseppe Brundu)

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