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Una Roma da Raccontare: Intervista a Sira Fonzi su Temi e Contraddizioni della Città


Sira Fonzi
, autrice romana con un percorso ricco di pubblicazioni e riconoscimenti, torna sotto i riflettori con il suo libro Sotto il cielo di Roma, una raccolta di sette storie ambientate nella capitale. Pubblicato nell’aprile 2023 da Catartica Edizioni, il libro dipinge una Roma contemporanea, vivace e caotica, ma anche segnata da contraddizioni e sfide sociali. Tra i temi affrontati spiccano la violenza sulle donne, l’eutanasia e il degrado delle periferie, temi che invitano a riflessioni profonde sulla condizione umana e i cambiamenti che questa può affrontare.
L’opera ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui una menzione nel XV Concorso Letterario Città di Grottammare, nella categoria “Premio Daniele Donati: Opere a tematica sociale”, ha raggiunto le semifinali dell’edizione 2024 di EtnaBook, il Festival internazionale del libro e della cultura tenutosi a Catania e le finali del Concorso Letterario Nazionale Argentario & Premio Caravaggio 2024 - VIII Edizione. Il libro è stato inoltre segnalato su
piattaforme come Writer Officina, ottenendo recensioni entusiastiche su vari blog, tra cui Chiara Ricci e Betta la Talpa
Oltre alla scrittura, Sira Fonzi è una creativa versatile: amante degli animali, dei viaggi e appassionata di fotografia urbana. È attivamente coinvolta nella comunità letteraria Costruttori di Mondi, nato dalle ceneri del Writer’s Dream, collaborando anche con la redazione della rivista Distruttori di Terre.
Indielibri ha deciso di dedicare a Sira un’intervista per scoprire di più sul suo percorso artistico e la sua visione creativa:

1) Cosa ti ha spinto a scrivere “Sotto il cielo di Roma”? Quali sono stati i principali spunti che ti hanno ispirato nella creazione delle sette storie?

La raccolta è nata in modo spontaneo, come se fossero i personaggi a guidare me, e non il contrario. Ogni storia si è sviluppata naturalmente, ad eccezione de 
La Banda dei Fuochi, ispirata dai racconti di un’amica che vive nella borgata in cui è ambientata la storia. L’unico aspetto inventato è la vicenda dei protagonisti. Quel quartiere, segnato da degrado, spaccio e omertà, ma anche da onestà, coraggio e sacrificio, mi ha ispirato a costruire una narrazione dove la realtà che circonda i personaggi riflette fedelmente ciò che accade davvero in quella zona.

2) Roma è una protagonista del tuo libro, ma le storie affrontano tematiche universali. Tuttavia, la tua opera è stata definita “narrativa del territorio” perché coglie aspetti unici del contesto romano. Anche l’uso del dialetto è una scelta stilistica interessante e di grande impatto. In che modo questo ti ha aiutato a rappresentare la città e a raccontare le sue contraddizioni e sfumature?

Come giustamente osservi, le storie trattano temi universali e le caratteristiche dei protagonisti sono tratti umani che vanno oltre il contesto specifico. Togliendo il dialetto o cambiando i nomi delle vie, queste vicende potrebbero essere ambientate in qualsiasi altra grande città, dove convivono realtà diverse e stratificazioni sociali.
La scelta del dialetto nasce dalla necessità di rendere le voci di alcuni personaggi più autentiche, soprattutto quella di coloro che provengono da contesti più complessi o da dinamiche sociali difficili. Il dialetto romano ha una forza espressiva ineguagliabile, con un’immediatezza che amplifica l’impatto delle parole. Le sue espressioni forti, colorite e ironiche mi hanno permesso anche di bilanciare il racconto, aggiungendo qua e là un tocco di leggerezza. In questo modo, il dialetto ha dato vita a una Roma sfaccettata, una città fatta di slanci e contraddizioni.

3) Affronti temi complessi come la violenza sulle donne, l’eutanasia e il degrado delle periferie. Come hai approcciato la narrazione di argomenti così delicati? C’è uno di questi temi che senti particolarmente vicino a te?

Nell’affrontare temi delicati, ho cercato di immedesimarmi nei protagonisti, raccontando le loro esperienze senza pregiudizi. Amo esplorare la vita quotidiana e le complesse dinamiche umane, mettendo in luce le sfide, i traumi e i dolori che spesso si nascondono dietro i comportamenti, gli atteggiamenti e le scelte.
Ogni racconto nasce dall’osservazione della realtà circostante e delle vicende che popolano le cronache quotidiane; non saprei dirti quale sia il tema che sento più vicino, poiché ognuno mi tocca in modo diverso. Di certo, il processo di invecchiamento e le sue inevitabili complicazioni, tema trattato in due dei racconti, mi suscita una certa inquietudine.

4) Il tuo libro ha ottenuto riconoscimenti importanti, come la semifinale (forse sarebbe meglio riformulare la frase, senza alcun accenno ai riconoscimenti, già menzionati all’inizio in modo dettagliato. Che ne dici?) all’EtnaBook, il “Premio Daniele Donati” e il “Concorso Letterario Nazionale Argentario & Premio Caravaggio”. Sei soddisfatta dei traguardi raggiunti finora?

Sono davvero felice dei risultati ottenuti, soprattutto perché mi sono ormai affezionata ai personaggi e alle loro storie. Inoltre, il fatto che questi racconti siano emersi in contesti impegnativi, tra saggi e romanzi di ogni genere letterario, mi rende ancora più orgogliosa del percorso fatto. Forse i limiti che pensavo legati alla narrativa breve non sono poi così insormontabili.

5) Guardando al futuro, su quali temi o progetti vorresti concentrarti nei tuoi prossimi lavori letterari? Hai già qualche nuovo progetto in cantiere di cui puoi parlarci?

Recentemente ho concluso una silloge di poesia e scritto alcuni racconti che indagano le fragilità dell’essere umano. Mi piacerebbe molto dar vita a una nuova raccolta che segua questo filo conduttore.

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