Tra repressione e resistenza: l’arresto di Hamdan Ballal e la censura mediatica sulla Palestina
Lunedì 24 marzo in Cisgiordania si è consumato l’ennesimo episodio di violenza contro i palestinesi. Il regista Hamdan Ballal, co-autore del documentario Premio Oscar No Other Land, è stato arrestato dall’esercito israeliano dopo essere stato aggredito da coloni israeliani nel villaggio di Susiya. Un’aggressione che si inserisce in un contesto di occupazione militare e repressione sistematica.
Un gruppo di coloni ha attaccato il villaggio lanciando pietre contro case e residenti palestinesi. Gli abitanti hanno risposto per difendersi, e negli scontri Ballal è stato colpito alla testa da una pietra. L’esercito israeliano, invece di fermare gli aggressori, ha arrestato Ballal e altri due palestinesi, lasciandoli feriti in detenzione per una notte. Il regista è stato poi rilasciato, ma l’episodio dimostra ancora una volta come il sistema repressivo israeliano colpisca senza alcun freno e senza alcuna condanna da parte dell’Occidente. Un Occidente che, negli ultimi tre anni, si è invece premurato di sanzionare la Russia per il conflitto ucraino. Due pesi e due misure che stridono con la retorica della democrazia e del rispetto dei diritti umani, sbandierata ai quattro venti in Europa e negli Stati Uniti.
Da oltre un anno assistiamo a violenze e massacri nella Striscia di Gaza, un’escalation che ha ormai raggiunto anche la Cisgiordania, alimentata dal disegno della “Grande Israele” portato avanti da Netanyahu. In questo clima di terrore non esiste alcuna distinzione: si colpiscono civili, giornalisti, personalità pubbliche e del mondo della cultura. Eppure, in Europa, sembra essere vietato denunciare questa barbarie. Non è possibile non condannare l’atteggiamento di Enrico Mentana al TG di La7, che ha sostituito il termine “coloni” con il termine inglese “settler”, descrivendoli come persone che vivono “una vita di confine”, edulcorando così l’identità degli aggressori. È lecito chiedersi a che livello sia giunto il giornalismo italiano, considerando che Mentana è uno dei giornalisti più noti e influenti. Tutto questo dovrebbe far riflettere sullo stato dell’informazione.
Ma cosa ha raccontato nel suo film il regista arrestato dagli israeliani?
No Other Land, il documentario di cui Ballal è co-regista, ha ottenuto l’Oscar per il Miglior Documentario ai 97esimi Academy Awards del 2025. Un riconoscimento significativo per un’opera che racconta la lotta dei palestinesi contro la demolizione delle proprie case da parte dell’esercito israeliano. Il film segue il lavoro dell’attivista Basel Adra, che documenta la distruzione della sua città natale, Masafer Yatta, un’area trasformata da Israele in zona di addestramento militare.
L’importanza di No Other Land non è solo artistica, ma profondamente politica. Il documentario, realizzato da un team congiunto di registi palestinesi e israeliani, è un atto di resistenza, una testimonianza che smaschera le violenze e l’occupazione in atto.
L’importanza di No Other Land non è solo artistica, ma profondamente politica. Il documentario, realizzato da un team congiunto di registi palestinesi e israeliani, è un atto di resistenza, una testimonianza che smaschera le violenze e l’occupazione in atto.
I registi sono:
Palestinesi:
Basel Adra
Hamdan Ballal
Israeliani:
Yuval Abraham
Rachel Szor
Durante la premiazione agli Oscar, i registi hanno lanciato un appello per fermare l’ingiustizia e la pulizia etnica dei palestinesi, rendendo evidente come la cultura e il cinema siano strumenti di lotta e denuncia.
La repressione contro gli artisti palestinesi non è un caso isolato. La censura, gli arresti arbitrari e le difficoltà nella distribuzione delle loro opere sono parte di un sistema che mira a cancellare ogni forma di resistenza culturale. No Other Land, ha ottenuto un importante riconoscimento internazionale, ma fatica a trovare una distribuzione negli Stati Uniti, a conferma di quanto la narrazione dominante cerchi di silenziare voci scomode.
L’arresto di Hamdan Ballal è un segnale inquietante e va inserito nel clima di censura e di criminalizzazione verso chi vuole raccontare la verità sulla Palestina. Eppure, il ruolo della cultura non può fermarsi. Anche in Italia il clima di censura, come dimostrano il caso Mentana e l’atteggiamento dei media sulla questione palestinese, cerca di mettere il bavaglio a chi vuole raccontare la resistenza palestinese di fronte alle continue violenze dei coloni israeliani. Ma il ruolo della cultura indipendente e dell’informazione libera non può fermarsi.
Se credi nel valore di una cultura davvero libera e indipendente, sostieni Indielibri e aiutaci a diffondere i nostri contenuti.
Palestinesi:
Basel Adra
Hamdan Ballal
Israeliani:
Yuval Abraham
Rachel Szor
Durante la premiazione agli Oscar, i registi hanno lanciato un appello per fermare l’ingiustizia e la pulizia etnica dei palestinesi, rendendo evidente come la cultura e il cinema siano strumenti di lotta e denuncia.
La repressione contro gli artisti palestinesi non è un caso isolato. La censura, gli arresti arbitrari e le difficoltà nella distribuzione delle loro opere sono parte di un sistema che mira a cancellare ogni forma di resistenza culturale. No Other Land, ha ottenuto un importante riconoscimento internazionale, ma fatica a trovare una distribuzione negli Stati Uniti, a conferma di quanto la narrazione dominante cerchi di silenziare voci scomode.
L’arresto di Hamdan Ballal è un segnale inquietante e va inserito nel clima di censura e di criminalizzazione verso chi vuole raccontare la verità sulla Palestina. Eppure, il ruolo della cultura non può fermarsi. Anche in Italia il clima di censura, come dimostrano il caso Mentana e l’atteggiamento dei media sulla questione palestinese, cerca di mettere il bavaglio a chi vuole raccontare la resistenza palestinese di fronte alle continue violenze dei coloni israeliani. Ma il ruolo della cultura indipendente e dell’informazione libera non può fermarsi.
Se credi nel valore di una cultura davvero libera e indipendente, sostieni Indielibri e aiutaci a diffondere i nostri contenuti.
(Redazione)
Lascia un commento