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"Anche questo passerà". Il romanzo d'esordio di Fabio Dibenedetto

di Marco Lepori

Avercene di esordienti del calibro di Fabio Dibenedetto! L’abilità narrativa palesemente espressa dalle pagine di questo sorprendente romanzo, non è di quelle qualità che si imparano nei corsi di scrittura creativa, o ce l’hai oppure ti attacchi al tram!
Il giovane Pietro, anti-eroe per eccellenza, naviga a vista in una Sicilia eternamente sospesa tra la magia nostalgica del proprio passato e le contraddizioni irrisolte del presente. È in questo burrascoso mare che il ragazzo diventa inevitabilmente complice e vittima di un carosello di personaggi memorabili che emergono per poi inabissarsi, senza tuttavia riuscire a trascinare definitivamente a fondo il nostro protagonista. E allora via al carnevale di figure da incorniciare: giovani sregolati quanto tragicamente imbranati, amabili anziani fuori dal tempo, improponibili fidanzate e colleghi di lavoro troppo innamorati della bottiglia. Ironia, tenerezza, mito, sarcasmo, saggezza e ancora punte di grottesco, quello più gustoso, mescolate a una critica feroce (e condivisibilissima…) sulla società contemporanea, quella del lavoro schiavista, del turismo sensazionalista, dei sentimenti mordi e fuggi, degli smartphone (e al diavolo se non si dovesse scrivere così…) che succhiano le ultime gocce di intelligenza umana. Troppe cose per un solo romanzo? Assolutamente no! Bravissimo Dibenedetto, voto dieci più!


“A tuo rischio e pericolo…”
I.

Il rigagnolo veniva fuori schizzando tra la lama del coltello e il cannarozzo, che si apriva come forassite tranciata a freddo. I cagnolini arrivavano scodinzolando. Lui li acchiappava per la testolina e zac! Un taglio netto, senza inciampi. Poi li buttava di lato. Ci era venuto un mucchio, coi corpicini, lì accanto.
Non me li scordo. Non morivano subito, si dimenavano come pesci appena fuori dall’acqua, e ad ogni convulsione uno spruzzo di sangue se ne andava a colare sull’erbetta ritta del pratino all’inglese.
Ce ne volle di tempo per finirli. Saranno stati una dozzina.
«Cani da minchiesecche!», disse Mimmo sputando sul mucchio e asciugandosi la fronte.
«Come si chiamano ‘sti cosi?», disse.
«Come faccio a sapere come li hanno chiamati?»
«Ma no, la razza dico.»
«Carlino, mi pare», dissi.
«Anche il nome c’hanno, moscio.»
Il riflesso dei fari di una macchina. Gira l’angolo e si ferma proprio davanti al cancello.
Mimmo mi tira per un braccio.
«Forza, usciamo!», dice.
Corremmo verso il retro della villa e ce ne tornammo da dove eravamo venuti.
Mentre ci allontanavamo sentimmo lo strepito venire dal cortile.
«I miei piccolini, cosa vi hanno fatto!», diceva il tizio. E urlava: «Mostri! Siete dei mostri!»
Mugolava e strillava come una zitella rimasta orfana.
«Fallo ora il malandrino», disse Mimmo, e il ghigno sulla sua bocca si allargò e gli accese gli occhi.
Ne intravidi il luccichio solo per un attimo. Il tempo di saltare di sotto, sulla riva dello scolmatore, e dileguarci nella notte.


In uscita il 6 dicembre 2019
ISBN: 978-88-85790-34-6
Autore: FABIO DIBENEDETTO
Editore: CATARTICA EDIZIONI
Anno: 2019
Genere: NARRATIVA
Collana: IN QUIETE
Prezzo: 15.00 €
Nº pagine: 248
Dimensioni: 15*21 CM

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