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Intervista a Marcella Brianda di BieMme Servizi Editoriali


Abbiamo avuto il piacere di intervistare Marcella Brianda, fondatrice di BieMme servizi letterari. Con la sua esperienza nel settore editoriale, Marcella ha creato un’agenzia dedicata a fornire servizi agli autori e agli editori. Scopriamo di più sul suo lavoro.

1. Marcella, grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Per iniziare, vorremmo sapere come hai iniziato a lavorare nel mondo dell'editoria e dei servizi letterari. Puoi condividere con noi la tua esperienza e cosa ti ha spinto a fondare BieMme servizi letterari?

Giovanni, grazie di cuore a te per l’attenzione che mi rivolgi!
Il mio esordio in Editoria risale a quando, appena laureata in Giurisprudenza, ho dato seguito ad una passione che mi ha sempre accompagnata fin dai miei studi al Liceo Classico. Ho avuto il coraggio di propormi all’Editore Carlo Delfino come correttrice di bozze pur non avendo competenze specifiche (salvo il fatto che per motivi di studio e per passione l’80% del mio tempo lo impiegavo leggendo!). Mi ricordo come fosse oggi l’incontro con una sua fidatissima collaboratrice. Mi sottopose ad una specie di esame di precisione e velocità. Risultai precisa e veloce nel riconoscere i refusi e gli errori vari, e mi disse una frase che non scorderò mai: «in questo lavoro non ce ne facciamo niente della laurea. Puoi essere anche plurilaureata ma se non hai occhio non vai da nessuna parte».
Evidentemente il suo giudizio su di me presso l’Editore fu buono dato che di lì a qualche giorno iniziò la mia collaborazione con la Casa editrice! Peraltro si trattò di una collaborazione che andò ben oltre le mie aspettative. Fui affiancata alla compianta Giovanna De Murtas, donna straordinaria e professionista insuperabile, dalla quale ho appreso tutto quello che potevo circa il coordinamento editoriale… sospendo un attimo perché mi commuove ripensare a lei… comunque, in quel periodo ho avuto l’opportunità di capire quanto complessa possa essere l’attività di una casa editrice, quante figure professionali ruotino in realtà intorno al libro, e soprattutto da lei appresi la diplomazia per trattare adeguatamente con tutti e coordinarli al meglio, per arrivare al miglior prodotto letterario possibile.
Per quanto riguarda la domanda “cosa mi ha spinto a fondare la BieMme servizi letterari (grazie di averlo scritto correttamente, lo sbagliano sempre tutti!) più che altro bisogna dire “chi ti ha spinto”: mia sorella Beatrice; anche lei entrata nello staff della Casa editrice, un giorno di circa 7 anni fa – e anche questo lo ricordo come fosse oggi – mi disse a bruciapelo: «Perché non apriamo un’agenzia letteraria?». Il resto, per farla breve, è storia della BieMme. Quindi è tutta colpa sua!

2. Puoi farci una panoramica dei servizi offerti ad autori ed editori dalla tua agenzia?

Certamente!
- Editing per tutti i gusti, nel senso che ogni opera ha le proprie caratteristiche ed esigenze di intervento;
- correzione di bozze, che è un servizio affine ma diverso rispetto all’editing;
- valutazione con elaborazione di scheda professionale che, ovviamente, ha finalità differenti se realizzata per un editore o per un autore;
- realizzazione di progetti grafici, quindi impaginazione e copertina;
- sostegno nel percorso di auto-pubblicazione agli autori che la gradiscano;
- rappresentanza. In quest’ultima attività, diversamente dalle altre per le quali collaboro con editor e grafici professionisti, sono l’unica responsabile. Intendo dire che la ricerca degli editori ai quali proporre gli autori che rappresento, i contatti con gli stessi editori, la proposta e poi l’accompagnamento nel percorso contrattuale con l’editore sono tutte attività che svolgo esclusivamente io (e qua tornano le mie conoscenze in materia giuridica).

3. Puoi approfondire su come vedete il vostro ruolo nel supportare gli autori durante il processo di revisione di un testo?

Per rispondere a questa tua richiesta devo precisare che ogni opera è diversa e, di conseguenza, il nostro ruolo di supporto nella revisione dei testi è relativo alle specifiche caratteristiche del testo stesso, di volta in volta. Per essere più concreta: ci sono volte in cui il nostro intervento è fondamentale, perché magari l’opera è molto buona come contenuto ma non ancora presentabile agli editori e ai lettori come forma e stile. Gli autori stessi si rendono conto dei propri limiti e quando vedono le proposte degli editor per migliorare la situazione si esaltano e manifestano grande gratitudine. Capita però anche l’estremo opposto: testi quasi perfetti in contenuto e forma che mentre ci lavori non capisci più a cosa servi! Scherzi a parte, in ogni caso il supporto nella revisione dei libri è sempre comunque importante e, oserei dire, indispensabile, perché un occhio esterno alla storia, un occhio competente e che conosca le esigenze degli editori e dei lettori, dà sempre, anche ai testi migliori, un valore aggiunto che arricchisce l’opera. Questo lo dico perché sono gli autori stessi a darmene riscontro!

4. Passando al servizio di “Valutazione”, potresti spiegarci come funziona la valutazione professionale sia per gli editori che per gli autori? Quali sono gli elementi chiave che considerate durante questa fase?

Per quanto riguarda la valutazione per gli autori posso dire che di solito è richiesta per avere una risposta circa la rappresentabilità o meno dell’opera proposta. Ma capita anche che ci sia chiesta come “pura consulenza”.
In ogni caso essa consiste nella lettura del testo con elaborazione di scheda tecnica finale. Nella scheda vengono date tutta una serie di indicazioni su vari elementi chiave: punti di forza; criticità dell’opera; livello di correttezza grammaticale/sintattica; caratteristiche dello stile; “commercialità dell’opera”; consigli specifici di editing; elenco di case editrici adatte al testo; se richiesta, indicazione della rappresentabilità o non rappresentabilità, dettagliatamente motivata. È capitato che la scheda fosse molto buona ma, per varie ragioni, l’autore non sia entrato in rappresentanza. In quei casi gli autori hanno potuto mostrare agli editori la nostra scheda e questo ha consentito loro di essere presi in considerazione con maggiore attenzione. Quegli autori poi sono riusciti a pubblicare e mi ha fatto molto piacere aver dato loro una mano anche se indirettamente.
La valutazione per gli editori ha tutt’altra finalità. Essa ha lo scopo di alleggerire l’Editore circa il gravosissimo impegno di leggere il mare magnum di manoscritti che riceve. Quando valutiamo le opere per gli editori gli elementi da tenere in considerazione sono quelli relativi alla linea editoriale della casa editrice e alle precise indicazioni dell’Editore circa quello che vuole e quello che non vuole pubblicare. Si tratta di un servizio che consente all’editore una scrematura professionale importante nel lavoro di valutazione delle opere che, in termini di tempo, è una delle attività più onerose per l’editore stesso.

5. Quali criteri utilizzate nella selezione delle case editrici adatte a un determinato testo?

Posso risponderti per punti:
1) escludo l’editoria a pagamento;
2) escludo gli editori che per mia esperienza non fanno contratti onesti e non pagano;
3) scelgo editori con linea editoriale completamente affine all’opera;
4) chiedo al mio cliente di fare una lista bianca (editori preferiti) e una lista nera (editori con cui non vuole avere a che fare) e, se gli elementi di cui sopra tornano, cerco di mettere in contatto l’autore con i preferiti, consapevole del fatto che i rapporti contrattuali migliori in editoria sono quelli in cui per l’autore la Casa editrice sia davvero “casa”.

6. Infine, quali sono i benefici che potrebbe ottenere un autore attraverso il vostro servizio di rappresentanza?

Per risponderti occorre dire qualcosa sull’attività dell’agente letterario. Questo è quel professionista che conosce bene il mercato editoriale e le linee editoriali delle varie case editrici, pertanto sa far incontrare le opere, in base al genere e ai contenuti, con gli editori che sarebbero più interessati a pubblicarle; inoltre ha le competenze tecniche (conoscenza della contrattualistica e del diritto d’autore in particolare) per la negoziazione delle proposte contrattuali per una maggiore tutela degli interessi dell’autore e, in un secondo momento, ha l’autorizzazione a controllare il corretto adempimento del contratto da parte dell’editore. L’agente letterario quindi facilita e promuove l’incontro tra editori e autori e ne tutela i rapporti con la finalità di immettere nel mercato il “prodotto libro” nella maniera più efficace possibile. Bisogna tenere presente che spesso gli editori prendono in valutazione principalmente testi proposti loro dalle agenzie in quanto presumono che su quei testi sia già stata fatta una valutazione da parte di professionisti, e quindi difficilmente si troveranno a perdere tempo nel leggere opere di scarso valore. Da tenersi presente anche che un autore può non essere un conoscitore del mercato editoriale e può non individuare quali siano le case editrici che fanno al caso suo, così come può senz’altro non avere le conoscenze giuridiche necessarie per interpretare bene le clausole dei contratti di edizione e questo può portare nel corso del rapporto con l’editore a delle situazioni anche molto spiacevoli.
Credo che la risposta alla domanda sui benefici della rappresentanza sia tra le righe di queste mie argomentazioni!

7. Quali consigli ti senti di dare a chi si approccia al mondo della scrittura?


Se si vuole pubblicare (tramite un editore o in auto-pubblicazione) il primo consiglio è quello di collaborare con un editor professionista, scegliendo quello/a più affine alla proprie sensibilità e personalità. Non è difficile trovarlo, basta cercare in web come per tutte le altre figure professionali.
Un altro consiglio, un consiglio tecnico, secondo me importante è quello, se ci si propone agli editori senza il tramite di un’agenzia letteraria, di non firmare contratti di cui non si comprenda bene la portata di ogni clausola. Purtroppo l’editoria è uno dei settori in cui non sono rari i contratti capestro.

8. Quali sono, secondo te, le aspettative realistiche che gli scrittori dovrebbero avere nei confronti del mondo dell’editoria?

Mi piace molto questa domanda, Giovanni! Quello delle aspettative “sbagliate” è uno dei problemi che mi rendono il lavoro davvero difficile!
Premetto che rispetto al passato sto riscontrando maggiore consapevolezza in chi si propone per la pubblicazione, tuttavia resta una buona fetta di aspiranti scrittori che hanno un’idea ancora un po’ romantica del contesto in cui si muovono.
Intendiamoci: l’aspettativa di essere pagati per la vendita dei propri libri e quella di vedere il proprio libro in libreria sono legittime, e il mio lavoro ha anche la finalità di far sì che questa non venga disattesa; però, quello che cerco sempre di spiegare è che il mondo editoriale è un settore commerciale e come tale segue le regole del mercato. Non si tratta di un’attività di beneficenza e (solo) per la gloria, ma di un’attività che, al pari di qualsiasi altra attività commerciale, deve coprire le spese di chi investe (gli editori) e produrre guadagni per tutti quelli che ci lavorano, a partire naturalmente dallo scrittore, per continuare con l’editore stesso, i redattori, i grafici, i fornitori ecc. ecc..
Le aspettative degli autori, per essere realistiche quindi devono tenere conto di quanto ho appena detto e aspettarsi dei buoni contratti che regolino in maniera non sbilanciata i loro interessi rispetto a quegli editori, la presenza del libro nelle librerie del proprio territorio, la presenza anche nelle altre librerie ma non in ogni singola libreria d’Italia, l’ordinabilità nelle librerie in tutto il territorio nazionale.
Andare troppo oltre rispetto a queste aspettative mi pare rischi di portarci su un terreno di probabili delusioni.

9. Per chi volesse contattarvi o usufruire dei vostri servizi, qual è il modo migliore?

Senz’altro scrivere all’indirizzo info@biemmeserviziletterari.com precisando in modo chiaro la richiesta.
Siamo anche presenti nei social e nessuno vieta di contattarci anche là, ma diversamente dalla mail in quel caso non posso garantire risposta… se vedete il numerino che campeggia sulle app di messaggistica per indicarmi i messaggi cui non abbiamo ancora potuto rispondere vi spaventate!
Infatti io mi spavento molto ogni volta!

(intervista di Giovanni Fara)

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