UR Suoni: Musica, Collaborazioni e Progetti Futuri - Intervista con Federico Fragasso
Ur Suoni, etichetta indipendente con base a Firenze, nasce da un’idea di Federico Fragasso, elaborata durante gli ultimi mesi del 2016. Il progetto assume forma concreta a Febbraio 2017, con la prima uscita su CD (Lampreda N°0, di Lampreda) e con l’organizzazione del relativo evento di lancio. Da quel momento, UR Suoni si impegna a promuovere contaminazioni incrociate fra attitudine punk, sonorità globali, ritmi ossessivi e approccio sperimentale. Nel suo catalogo figurano produzioni eterogenee che vanno dal punk-funk all’industrial, dall’IDM al glitch pop, dalla Techno all’hip-hop, con il groove e una certa attenzione alle tradizioni musicali di ogni parte del mondo a fungere da comune denominatore. Se le prime pubblicazioni si concentrano soprattutto sulla scena locale, già dal suo secondo anno di vita l’etichetta comincia a collaborare con artisti underground provenienti da tutta Italia, aprendosi successivamente anche alle produzioni internazionali. Una tendenza, questa, che si riflette sul piano dell’organizzazione eventi. Fin dalla sua fondazione, UR Suoni si è impegnata per portare dal vivo in territorio Toscano quelle che considerava le più interessanti realtà musicali del momento, dagli italiani So Beast e Il Cloro fino ai colombiani Combo Chimbita, ai russi Gnoomes, agli australiani Pleasure. Degna di nota la collaborazione dell’etichetta con il compianto Mark Stewart (cantante e mente del gruppo post-punk britannico The Pop Group), voce solista del brano “! WASTED !”, presente sull’omonimo 12” e sull’album Workout | Worship (entrambi di Lampredonto), pubblicati rispettivamente nel Giugno 2022 e nel Marzo 2023. L’EP ! WASTED ! registra peraltro il contributo di un pugno di valenti ospiti internazionali, dall’olandese Uncle Fester On Acid (aka Patrick Dokter, archivista della On-U Sound di Adrian Sherwood), al britannico Peter Harris (Art Director della stessa On-U Sound), fino al portoghese Jonathan Uliel Saldanha, mente dei progetti dance sperimentali HHY and The Macumbas e HHY and The Kampala Unit (entrambi pubblicati da Nyege Nyege Tapes). Il tutto corredato da un progetto grafico curato dall’artista Simone Brillarelli. Altro importante tassello nella storia recente di UR Suoni è la compilation Vergogna, primo progetto multimediale realizzato dall’etichetta in collaborazione con la casa editrice Catartica Edizioni. La compilation, pubblicato nel giugno 2023, propone otto brani musicali inediti, ognuno dei quali abbinato a un racconto della raccolta Fujire è Vergogna, opera dello scrittore siciliano Gianni Romano.
Intervista a Federico Fragasso di UR Suoni
1) Ciao Federico, grazie per essere con noi oggi. Partiamo dal progetto “Vergogna”, nato dalla collaborazione con Catartica Edizioni. Come è nata questa sinergia tra musica e letteratura e quali sono gli obiettivi dietro questo progetto?
Ciao e grazie a voi per l’interesse, anzitutto. Il progetto nasce dalla mente di Gianni Romano, l’autore dei racconti che i nostri artisti si sono prestati a musicare. È stato lui a contattarmi e a propormi la cosa, in una fase ancora molto embrionale del processo che avrebbe portato alla pubblicazione del libro. L’idea mi ha entusiasmato subito, perché mi piacciono molto le commistioni fra forme d’arte e media diversi. In termini di obbiettivi, direi che il principale sarebbe offrire un’esperienza sensoriale diversa dal solito a chi fruisce del libro o, viceversa, si avvicina al progetto attratto dal materiale musicale. Come obbiettivo secondario, ma non meno importante per noi – ricordo che stiamo parlando di realtà letterarie e musicali abbastanza underground – abbiamo quello di creare una sinergia, che permetta di allargare il campo d’azione di entrambi gli attori coinvolti: chi si interessa al progetto per ragioni letterarie avrà l’opportunità di scoprire un catalogo musicale abbastanza esclusivo, chi invece segue la nostra etichetta o i singoli artisti avrà la possibilità di avvicinarsi a un ottimo scrittore esordiente.
2) A distanza di circa otto mesi dall’uscita dell’album “Vergogna” vi ritenete soddisfatti?
Direi di sì. Come per tutti i progetti a cui prendo parte – progetti nel cui valore credo al 100%, altrimenti non me ne occuperei – avrei voluto avere i mezzi per dargli dieci volte la visibilità che ha avuto. Ma bisogna, inevitabilmente, venire a patti con quella che è la propria “potenza di fuoco” in termini promozionali, così come con i propri vincoli (di tempo ed energie). Comunque, laddove siamo riusciti ad arrivare (compresi un paio di eventi dal vivo, in cui alcuni degli artisti della compilation si sono esibiti in concomitanza ad un dibattito sul libro), mi sembra che il progetto abbia suscitato il dovuto interesse. La cosa mi fa molto piacere. Spero vivamente di essere coinvolto in altri progetti simili, in futuro.
3) UR Suoni ha una forte connessione con il territorio toscano. In che modo questa identità si riflette nella selezione degli artisti che entreranno a far parte del vostro catalogo?
In realtà la connessione col nostro territorio è in gran parte figlia delle circostanze e della necessità. Quando ho cominciato, è stato semplicemente naturale rivolgermi alle persone che mi erano vicine. I primi progetti promossi da UR Suoni sono state esperienze musicali che mi vedevano direttamente coinvolto, o side-project di persone che suonavano con me, o formazioni musicali composte da amici che stimavo particolarmente. Conoscendo il valore della musica che veniva prodotta dal nostro ristretto circolo, mi faceva piacere portarla all’attenzione del resto del Paese (e del mondo, volendo alzare un po’ il tiro). Poco a poco, però, il circolo in questione è andato ad allargarsi, coinvolgendo artisti di altre città e anche di altri Paesi. Quindi non c’è, alla base, l’intenzione di concentrarsi esclusivamente sulla scena locale. Tutt’altro. Mi fa piacere contribuire a diffondere qualunque musica ritenga valida, e in linea con i nostri canoni estetici, indifferentemente da dove sia stata prodotta. La connessione col territorio la avverto invece in misura maggiore quando si parla di organizzazione eventi. Fin dagli esordi, UR Suoni si è impegnata per portare a suonare sul nostro territorio i progetti musicali – fossero essi nazionali o internazionali – che giudicava più interessanti. Da questo punto di vista è stato fondamentale l’aiuto di Michele Alunni, mio saltuario partner, e più avanti di Niccolò Rufo – mente della Quindi Records – così come di Marco Dalmasso – La Scena Muta / Ghiaccioli e Branzini / Fanfara Station – e Gianluca Trusso Forgia – una metà del duo di DJ Funkamari. Nel corso del tempo, interfacciandomi volta volta con queste persone, sono riuscito a organizzare nella mia città i live di artisti che, altrimenti, non sarebbero mai passati da queste parti. Parlo di progetti come Combo Chimbita (Colombia/USA), Gnoomes (Russia), Roméo Poirier (Francia), YL Hooi (Australia), Pleasure (Australia), HHY & The Kampala Unit (Uganda/Portogallo), solo per citare le collaborazioni più recenti. Questo sempre nell’ottica di creare sinergie e ibridazioni fra spiriti affini. Credo sia fondamentale – seppur fra mille difficoltà economiche e logistiche su cui evito di dilungarmi – esporre il proprio territorio agli stimoli musicali che vengono da fuori. Anche e soprattutto per contribuire alla crescita e alla maturazione della scena locale.
4) L'etichetta si è distinta anche per la sua apertura a collaborazioni internazionali. Qual è la differenza sostanziale nell’approccio musicale locale da quello internazionale?
Se parliamo dell’approccio degli artisti alla loro musica, dipende. In certi casi non vedo nessuna differenza – in termini di serietà, professionalità, consapevolezza dei propri mezzi e via dicendo – tra progetti internazionali, magari gettonatissimi sulle riviste di settore, e artisti locali o nazionali che possiamo aver pubblicato. L’inventiva e l’originalità, anche a casa nostra, non mancano. Forse sono stato fortunato nell’incontrare artisti particolarmente capaci, ma ti dico sinceramente che mi emoziono allo stesso modo ascoltando un brano del Il Cloro, una base dei Lampredonto con la voce di Mark Stewart, un remix di Uncle Fester on Acid (aka Pats Dokter) o uno di HHY (aka Jonathan Saldanha), per citare le nostre pubblicazioni più recenti. Anche sul piano umano mi sembra di poter testimoniare una certa uniformità di intenti. Forse sono stato fortunato anche da questo punto di vista, ma mi sono sempre interfacciato con persone umili, generose e desiderose di condividere, di contribuire a un progetto comune di crescita musicale. Questo anche quando le personalità coinvolte avevano un’eredità artistica apparentemente ingombranti (vedi il compianto Mark Stewart). L’unica differenza nei rapporti è di ordine puramente pratico. Con gli artisti locali ho sempre avuto modo di incontrarmi e di condividere esperienze sul campo. Nel caso delle collaborazioni internazionali questo non è sempre stato possibile, e i contatti sono avvenuti perlopiù tramite email o telefono.
5) Infine, quali sono i progetti futuri di UR Suoni? C'è qualcosa di emozionante che possiamo anticipare o che volete condividere con i nostri lettori in vista del prossimo futuro?
Abbiamo nel cassetto tre (forse quattro) dischi che vorremmo pubblicare nel corso del 2024. Sono progetti abbastanza diversi l’uno dall’altro. Si va dal techno-punk a musica di stampo primitivo/rituale, fino a dischi che sposano l’elettronica ai ritmi tribali. Per scaramanzia non dico di più, perché fino a che non ho i dischi stampati in mano tutto può ancora succedere!
(R. Ryo)
Link Utili:Catalogo UR Suoni su Bandcamp: https://ur-suoni.bandcamp.com/music
Mixtape Esclusivo di UR Suoni per Radio Raheem, Milano: https://www.radioraheem.it/ur-suoni/dance-art-lets-fuck/
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