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La logica industriale del grande gruppo


Interlinea

Nel precedente articolo QUI ho parlato del perché un autore non dovrebbe mai esordire con un grosso marchio. Uno dei motivi, tra i tanti, è la mancanza di pubblico. Nessuno comprerebbe mai un libro di un autore uscito dal nulla. Il lettore vuole garanzie di qualità e la casa editrice garanzie di vendita.

Dopo aver spiegato il perché (che approfondirò in articoli futuri, c’è tanto da dire su questo argomento) veniamo ora al “come avviene la dinamica”.

Innanzitutto, voglio precisare che non si tratta di una pratica deliberata ma sistematica. E cioè si tratta di un rapporto di causa ed effetto dato da quella che viene chiamata Logica Industriale del Grande Gruppo. Vale a dire che il risultato è frutto del sistema industriale e capitalistico che concepisce il libro come un prodotto alla stregua di un paio di scarpe e non di un veicolo di cultura.

Le grandi case editrici pubblicano centinaia (e anche migliaia) di titoli all’anno. E lo fanno secondo questo modello:

· Si scommette su pochi nomi forti (autori già noti, influencer, titoli stranieri bestseller). Sono questi che tengono in piedi un grosso marchio editoriale, non gli esordienti o la quantità in sé delle pubblicazioni.

· Gli altri titoli (spesso prime opere) sono inseriti nel catalogo più per tenere viva una parvenza di scoperta letteraria che per reale investimento. Questo serve a bloccare i diritti di un autore prima che lo faccia un altro editore, nel caso in cui l’autore “esploda”. Se avviene, hanno già il contatto in mano.

· A questi esordienti non viene data una promozione significativa: niente (o pochissime) campagne pubblicitarie, poche copie stampate, non quanto un autore forte e distribuzione minima.

Il risultato è che il libro esce e scompare nel giro di poco tempo. Se vende meno di cinquecento copie, è già considerato un fallimento. L’autore, pur senza colpe, rimane “marchiato” dal flop. Ma nella maggior parte dei casi anche sotto le diecimila copie è considerato fallimento.

Ovviamente tutto ciò viene monitorato quasi in tempo reale. Si stampa un certo numero di copie e si vede quanto è significativa la domanda e in base alla domanda se ne stampano altre. Ma diventa anche un cane che si morde la coda perché senza una promozione adeguata si possono stampare centinaia di migliaia di copie. Se non si promuove l’autore, non si vende nulla.

Arrivati alla fine di questo articolo vi sarete resi conto che mi sono soffermato su come viene concepito un esordiente secondo la logica industriale del grande gruppo. E non ho parlato, invece, della qualità del testo scritto.

Credo che alcuni la prenderanno a male per come affronterò il valore del testo di un autore esordiente in uno dei prossimi articoli. Quindi continuate a seguirci. E magari ad incazzarvi pure. Perché l’argomento “bruciare un autore” è appena cominciato.

(Giuseppe Brundu)

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