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Sicurezza e Dispersione Scolastica: Un Invito alla Riflessione dalla Sardegna


Nel contesto della cittadina di Alghero, un evento sconcertante ha messo in luce una problematica diffusa e profonda: la sicurezza delle scuole. La notizia del crollo di una parte del controsoffitto del Liceo Scientifico ha innescato un allarme che si estende ben oltre i confini della comunità algherese, aprendo un dibattito urgente su diverse questioni cruciali per l’intero sistema scolastico.

Quanto successo ieri ad Alghero non è un caso isolato; a febbraio avevamo appreso la notizia del crollo di un’aula dell’Università di Cagliari, ma ciò è solo la punta di un iceberg che svela la precaria situazione delle strutture scolastiche in tutta la Sardegna e oltre. In Italia sono infatti più di sessanta i casi di cedimenti registrati in un solo anno, con numeri in costante aumento. Quasi il 60% degli istituti scolastici non possiede l’agibilità, mentre in Sardegna moltissime scuole non hanno nemmeno la certificazione di prevenzione incendi. Questo scenario preoccupante richiede azioni immediate per garantire la sicurezza degli studenti e del personale scolastico, che trascorrono una parte significativa delle loro giornate in questi edifici. La manutenzione ordinaria e straordinaria deve essere rivista, mettendo al centro gli interessi delle nostre comunità e dei giovani. 

Ma il crollo degli edifici è solo uno degli aspetti di un problema più ampio, ovvero lo scarso interesse delle istituzioni verso la scuola.

Nell’isola si registra anche un aumento preoccupante della dispersione scolastica. Assenza di prospettive e povertà economica si traducono in povertà educativa, con oltre 13% degli studenti che abbandona gli studi prima del diploma. È un quadro preoccupante che richiede una riflessione approfondita e soluzioni mirate, adattabili a ogni specificità. È essenziale promuovere un sistema di insegnamento di qualità che coinvolga gli studenti e li renda protagonisti di un rapido cambiamento. È essenziale porre al centro le peculiarità culturali del territorio, tra cui lingue e conoscenze storiche, come catalizzatori fondamentali per lo sviluppo sociale. In Sardegna, ad esempio, l’attivazione di un piano scolastico dedicato all’insegnamento della lingua e della storia sarda farebbe realmente la differenza.

Occorre mantenere operative le scuole e i presidi culturali anche nei piccoli centri, contrastando la tendenza alla chiusura che si è manifestata negli ultimi vent’anni.

La situazione critica delle scuole richiede chiaramente un approccio sistemico e un progetto di rilancio che abbracci diversi aspetti fondamentali.

La sicurezza degli studenti deve essere affiancata dalla salvaguardia del diritto allo studio. Gli investimenti in cultura dovrebbero prevalere sugli investimenti militari, che non contribuiscono al vero progresso della società.

È una questione che riguarda l’intera collettività, affinché non si parli dell’emergenza solo quando si verificano fatti gravi come i crolli degli edifici scolastici. Ribadendo che dietro l’incuria si nasconde la responsabilità e le decisioni adottate dalla sfera politica. Le comunità devono essere soggetti attivi nel richiedere la trasformazione delle scuole in luoghi di apprendimento sicuri e accoglienti, garantendo un ambiente culturale che ispiri e prepari le generazioni future a contribuire positivamente alla società.

(Giovanni Fara)


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