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Leggere Palestina: “La Donna senza Voce” di Etaf Rum


L’Associazione Ponti non Muri, fondata nel 2006, ha l’obiettivo di creare connessioni tra la Sardegna e la Palestina attraverso linguaggi universali come la musica, la cultura e lo sport. Le attività dell’Associazione sono organizzate, sostenute e patrocinate da vari enti e istituzioni, sia pubbliche che private. Nel corso degli anni, l’Associazione ha esteso la costruzione di “ponti” non solo con la Palestina, ma anche con destinazioni diverse, tra cui l’Argentina, l’India, la Siria e la Tailandia. Oggi, su indielibri, desideriamo condividere uno dei progetti di Ponti non Muri, presentando la recensione del libro “La Donna senza Voce” (titolo in lingua originale “A Woman Is No Man”) di Etaf Rum (edizioni Piemme). Questa recensione è stata realizzata nell’ambito delle attività del Gruppo di Lettura
 Leggere Palestina” dell’Associazione e si colloca nel contesto del 21° incontro tenutosi il 4 gennaio di quest’anno. Buona lettura.

«Una lettura profonda e coinvolgente che ci invita a riflettere sull’importanza di far sentire sempre la propria voce e non tacere mai, perché non c’è agonia più grande che tenersi dentro una storia mai raccontata ed essere indifferenti davanti alle ingiustizie che avvengono sotto i nostri occhi. Un’esortazione a coltivare sempre le proprie passioni e a lottare per le proprie convinzioni oltre tutti i venti contrari del mondo. Con questo suo primo romanzo, ambientato in Palestina e a Brooklyn, la scrittrice Etaf Rum con grande sensibilità e bravura ci presenta la storia di una famiglia tradizionale musulmana, nella quale le donne protagoniste Isra e Deya, rispettivamente madre e figlia sono costrette a sottostare alle regole imposte dalla loro cultura e a vivere nella convinzione che il silenzio sia l’opzione migliore per salvarsi. Viene loro insegnato che una donna rimane sempre e solo una donna e che perciò ha il dovere di soddisfare tutte le richieste dell’uomo che le sposa. La loro vita in quanto donne è già scritta dalla nascita: il matrimonio rappresenta infatti il traguardo principale a cui devono aspirare. Non possono studiare e trovare un lavoro. Sono costrette a restare chiuse in casa per lavorare e badare ai figli. Tuttavia, troveranno il coraggio di rifugiarsi di nascosto nella lettura, che rappresenta l’unica via di evasione da una realtà che si fa sempre più opprimente. Le storie che leggono le aiutano a lenire le umiliazioni che sono costrette a subire quotidianamente e a serbare dentro di sé la speranza che possa esistere, nonostante tutto, una vita migliore. Il loro vissuto diventa la testimonianza comune delle sofferenze di tutte le donne e la loro battaglia rappresenta il riscatto di tutte coloro che non solo in Palestina e America, ma anche nel resto del Mondo, hanno vissuto e continuano a vivere oppressioni. Il senso di solitudine e di inadeguatezza di Isra verso i propri figli diventa potenzialmente il nostro. La paura e l’indecisione di Deya rispecchia la difficoltà della scelta davanti alla quale ci troviamo tutti, nel momento in cui dobbiamo scegliere se onorare la nostra tradizione o vivere secondo la nostra indole. Pagine intense e commoventi che ci spronano a difendere i nostri diritti e i nostri sogni sempre, perché siamo unicamente noi gli artefici del nostro destino.»

(Chiara, Gruppo di lettura “Leggere Palestina” Ponti non muri)

Nota sull’autrice:
Etaf Rum, figlia di immigrati palestinesi, è nata a Brooklyn. Cresciuta anche lei in una famiglia tradizionale, come le sue protagoniste, è stata costretta a sposarsi giovanissima. Ha studiato letteratura inglese e americana e filosofia, insegna in North Carolina dove vive con i suoi due figli. Gestisce la pagina Instagram @booksandbeans per gli amanti dei libri. La Donna senza Voce è il suo primo romanzo, accolto con grande interesse da critica e pubblico.

Info & contatti:
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ttps://www.pontinonmuri.it/
https://www.facebook.com/pontinonmuri
https://www.instagram.com/pontinonmuri_bridgesnotwalls/


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