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In arrivo l'antologia "Apocalittica - 1° Premio letterario Urban Jungle"

Manifesti, photo credit: Vincenzo Elviretti
Attraverso il Premio letterario Urban Jungle la Catartica Edizioni si è posta come obiettivo quello di raccontare le periferie e il senso di rabbia generazionale di chi le abita. “Apocalittica” - Racconti apocalittici, caos, periferie urbane, distopie, sommosse sociali, è il tema della prima edizione, che ha puntato a descrivere una visione distopica della società, capace in qualche modo di stimolare una riflessione sulla contemporaneità, facendo emergere il disagio delle periferie e delle nostre realtà urbane. 
A conclusione di questa prima edizione, che ha visto arrivare in redazione ben 73 racconti, abbiamo voluto dare voce a Marco Lepori e Vincenzo Elviretti, i due autori della Catartica Edizioni, che assieme all’editore Giovanni Fara, hanno composto la giuria che ha letto e selezionato i racconti per la pubblicazione della prima antologia del concorso, la cui uscita è stata fissata per il 24 agosto
  • Entrambi avete già collaborato ad altre iniziative proposte dalla Catartica Edizioni, pensiamo alle fotografie che Vincenzo ha messo a disposizione per la realizzazione della copertina del suo libro “Il vento” e de “Il respiro dell’abbandono” di Gabriele Gallo, entrambi pubblicati nella Collana In Quiete. Anche la foto usata per il lancio del premio Urban Jungle è una delle sue. Mentre Marco collabora alla selezione e alla correzione dei testi pubblicati la casa editrice. Nello specifico, cosa vi ha convinto a prendere parte a questa nuova iniziativa editoriale proposta dal vostro editore? 
Marco: Una motivazione vera e propria non c'è! Le cose o si fanno o non si fanno, e questa è stata fatta, con piacere e fatica. A tal proposito avrei anche un gustoso aneddoto legato alle polpette di mia madre, ma per ragioni di spazio purtroppo non posso raccontarlo...
  • Redazione: bhè, ora siamo molto curiosi di conoscere l'aneddoto...
Marco: Ricordo di una volta in particolare in cui mia madre, vuoi per scarsa ispirazione vuoi per noia, aveva fatto delle polpette che io giudicai così così. Allora decisi di prendere un tovagliolo e con un pennarello indelebile ci scrissi sopra un 4 cubitale (volevo scrivere a lettere cubitali ma trattandosi di numero…)! Le risate che non ci siamo fatti! Poi un missile a forma di zoccolo duro mi si è schiantato sulla fronte e sono stato costretto a correggere verso l’alto la mia valutazione su sugo e annessi…
Vincenzo: La curiosità di leggere cose scritte da chi ha la consapevolezza di essere valutato. Il fatto è che mi sono sempre trovato dalla parte opposta. Volevo vedere l'effetto che fa. Ad esser seri è che la proposta di collaborazione di Giovanni mi ha trovato entusiasta soprattutto per il soggetto trattato, affine al mio modo di interpretare la scrittura.
  • Tra gli obiettivi di questa prima edizione del concorso, c’era quello di rinnovare e rilanciare la collana Urban Jungle, che per la casa editrice ha funzionato da volano con la pubblicazione di “Racconti Casuali” di Mario Ranieri e, successivamente, di “Agosto è una bugia” di Angela Giammatteo. Tuttavia affermare una collana di racconti a tema non è cosa assai facile e sono più i manoscritti scartati di quelli valutati positivamente. Pensate che con “Apocalittica” si sia centrato l’obiettivo di rispondere a uno specifico argomento? Come giudicate la qualità dei racconti arrivati in redazione?
Marco: Risposta positiva: Sì! Risposta negativa: no! Ma d’altronde cosa è poi la scrittura? Come diceva sempre Arturo Pavesini, un grande del passato, la scrittura è un apostrofo rosa tra le parole “purtroppo non so dipingere” e “quando canto sembro un cane a cui hanno schiacciato la coda”! Per cui in linea di massima direi missione compiuta!
Vincenzo: Per quanto riguarda i racconti selezionati la risposta è affermativa. Per molti di quelli non ritenuti idonei, oltre a un discorso qualitativo di narrazione, purtroppo i “fuori tema” erano un bel po', quasi a supporre che diversi autori partecipino random con le proprie opere, senza badare troppo ai regolamenti dei vari concorsi.
  • Ma quanto ha influito secondo voi il particolare momento che stiamo attraversando – con l’emergenza sanitaria da covid-19 – che ha reso la realtà molto più distopica di quanto avremmo mai potuto immaginare?
Marco: Mha, secondo me quasi nulla, anche se prima di febbraio ci sono arrivati solo racconti di zombie e spacciatori extraterrestri, dopo l’inizio della pandemia invece fioccavano le storie di virus e poesie di fidanzatini rimasti a mille chilometri di distanza dall’amata. Quindi ripensandoci, mi sa che una lievissima influenza ci può essere stata, però solo superficiale.
Vincenzo: Appena è scoppiato il problema del coronavirus ho immaginato che i racconti che sarebbero arrivati potessero virare su un immaginario che ricalcasse l'attualità. Così in parte è stato. Il problema è che la fantasia fa a cazzotti con la narrazione del quotidiano che, generalmente, è un'attività di cui si occupano i mass media. La letteratura credo che abbia il compito di scavare. In questi casi se non si è molto bravi si rischia di scivolare nel banale.
  • È un’esperienza da ripetere?
Marco: Quella del Covid intendete? Insomma, se se ne potesse fare a meno sarebbe meglio. Dal canto mio ho passato l’intera quarantena a scavare tre tunnel di fuga in compagnia dei miei due figli. Dick è crollato senza feriti; Henry c’è l’hanno sgamato i nazi, che non si fanno mai i cazzi loro, quando era a buon punto; il terzo tunnel, che abbiamo chiamato Gianmichele invece siamo riusciti ad ultimarlo, solo che devo aver sbagliato le misure e siamo sbucati proprio dentro la sala da thé della caserma dei carabinieri! Un grande imbarazzo per tutti! Per questo ed altri motivi non credo sia un esperienza da ripetere a breve...
  • ...a dire il vero ci riferivamo al concorso ma Marco vuole evidentemente mantenere il riserbo, e tu Vincenzo?
Vincenzo: Perché no? 

***
Di seguito la lista, in ordine casuale, dei racconti 34 racconti selezionati dalla giuria:
“Messa domenicale” di Alessandro Corsi
“Il muro” di Paola Botto
“Legge 441” di Daniela Di Benedetto
“Anello temporale” di Alessandro Agnese
“Il coniglio” di Laura Veroni
“L'ultima aurora boreale” di Giovanni Idili
“Margherita” di Paola Tassinari
“Ma poi ti svegli e vedi che non è un sogno” di Andrea Fiorito
“Sapori” di Matteo Castello
“L’ultimo scatto” di Barbara Pelosi
“La scusa della rota” di Davide Ravan
“Il Rosario di Herbert” di Paolo Perlini
“Rosso oleandro” di Carmela Logrippo
“16° cellula” di Elena Donda
“Suicidi senza nome” di Corrado Calza
“Ricordi dal futuro” di Vincenza Bencivenga
“Caos rosso” di Isabella Grandesso
“Irrecuperabile” di Cristina Giuntini
“Munchie box” di Libeth Libet
“Fuori dallo schema” di Aurora Zappa
“Sindrome da Dio in Terra” di Giuseppe Vivona
“Oggetti Pericolosi di Pubblica Inutilità” di Deanna Morlupi
“Nostradamus e Salvatore” di Davide Barella
“L’ultimo fiore” di Elisabetta Muccioli
“Il buio sulla città” di Martino Mattuzzi
“Apocalisse” di Stefano Frigieri
“In principio era una rivelazione” di Daniele Ruggeri
“Diversamente vivo” di Stefano Giulidori
“Serpente grigio su poggio verde” di Sara Galeotti
“Runaway” di Patrizia Birtolo
“Post scriptum” di Sabrina Stocco
“L’imbuto” di Giovanni Ruggiero
“Il morbo dell’apatia” di Giulia Gallina
“U-topia” di Arianna Madrau


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Marco Lepori è nato nel 1983 e vive a Castelsardo, dove lavora come libraio. Laureato in Teoria e Tecniche dell’Informazione. Collabora alla creazione degli articoli nel blog satirico “Castelsardo Insider”, firmandosi sotto diversi pseudonimi. La domenica della cattiva gente (Catartica Edizioni, Collana In Quiete, ottobre 2018) è il suo primo romanzo, mentre il suo ultimo libro è “Dancing Days” (Catartica Edizioni, Collana In Quiete, settembre 2019).
Spende tutti i suoi (pochi) averi in vinili, thè alla pesca e libri sui retabli della Sardegna!

Vincenzo Elviretti è nato a Ostia nel 1981. Vive e lavora in provincia di Roma. 
Esordisce narrativamente con una raccolta di racconti intitolata “Pietre, racconti di provincia”, nel 2009. La raccolta è stato oggetto di un saggio ad opera di Paolo Leoncini, professore di filologia romanza dell’Università “Ca Foscari” di Venezia. Il testo del sig. Leoncini è stato pubblicato su Italica n. 88, la rivista letteraria dell’Università dell’Indiana (USA).
La sua tesi di laurea “L’evoluzione del Toyotismo e la sua applicazione nell’industria italiana”, ha vinto il concorso come miglior tesi tra tutte quelle pubblicate sul sito Tesionline.it, nel 2009.
Negli anni ha pubblicato diversi racconti in raccolte collettive e riviste letterarie.
Nel 2019 approda in Sardegna, sponda “Catartica Edizioni”, che gli pubblica il suo primo romanzo “Il Vento. Racconto di una canzone”.
Diversi altri lavori bussano ogni notte al suo cassetto, nella speranza che possano veder finalmente luce su una pagina di un libro. Attualmente la sua attività che gli da più soddisfazione è quella di girovagare per i "peggiori bar di provincia", a suonare canzoni dei suoi eroi musicali.

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