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Accorpamento scolastico: a chi giova?


Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Cristian Augusto Grosso sulla questione degli accorpamenti scolastici voluti dalla Riforma Gelmini iniziata nel 2008 e sulle ripercussioni negative a questa dovute.

“Mi fanno male quelli che dicono che gli uomini sono tutti uguali. Mi fanno male anche quelli che dicono che, il pesce più grosso, mangia il pesce più piccolo. Mi farebbe bene metterli nella vaschetta delle balene.” 
Giorgio Gaber

Dal 2012, il liceo artistico F. Costantino, il liceo scientifico E. Fermi e il liceo classico G. Manno, sono accorpati sotto la denominazione di: “Istituto di istruzione superiore E. Fermi”. L’idea dell’accorpamento nasce in seno alla riforma Gelmini, con un insieme di “provvedimenti scolastici” iniziati nel 2008 trovando il loro culmine nel 2010/2011.  L’accorpamento è una conseguenza dovuta alla razionalizzazione delle spese in materia di scuola pubblica (e non solo), arrivando poi a non riconoscere autonomo un liceo al di sotto dei limiti conformi alla legge, e dunque divenendo oggetto di accorpamento (si parla, per il riconoscimento dell’autonomia, di un minimo di 600 studenti e 400 nelle piccole isole, nei comuni montani e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche).

Ritengo che la riforma Gelmini, o meglio, Tremonti-Gelmini, non abbia attuato dei provvedimenti scolastici, bensì dei provvedimenti economico-aziendali. Attualmente l’istituzione scolastica vive un momento di subordinazione e strumentalizzazione capitalistica; la primaria attenzione dello Stato e della regione riguardante la scuola, si sofferma sulla questione economica, nella quale insieme all’accorpamento, opera una razionalizzazione delle spese anche in ambito scolastico, con diversi tagli. Si tratta di 456 milioni di euro per il 2009, 1,65 miliardi di euro per il 2010, 2,538 miliardi per il 2011 e 3,188 mld di euro a decorrere dal 2012 (art.64 del dl 112). Nell’ambito della manovra di bilancio, 50 milioni di euro sottratti alle casse dei singoli istituti scolastici, così come oltre 22 milioni al piano per l’edilizia scolastica, stanziati sempre dal governo guidato da Romano Prodi per la programmazione delle regioni. E poi, ci sono i circa 40 milioni in meno per il diritto allo studio degli studenti universitari. (Fonte: Italiaoggi.it). Ma voglio ripetermi e ripetere un quesito: a chi giova l’accorpamento scolastico?
Non certo al progresso dell’istituzione stessa, quanto alla miglior gestione economico-aziendale nei termini della noncuranza a sopprimere autonomie e a creare unioni ipocrite e gerarchiche: uno dei volti familiari del capitalismo.
Ma perché all’istituzione, e in tale caso, al liceo artistico F. Costantino di Alghero (ma non solo) non giova tutto questo?

1) Perché assistiamo alla presenza di un solo dirigente per la gestione di tre realtà scolastiche e studentesche, dunque una centralizzazione del potere decisionale e gestionale.

2) Non v’è serenità nell’attuare le elezioni del rappresentante d’istituto nel liceo artistico e l’elezione per la rappresentatività di quest’ultimo in consulta provinciale, poiché queste si dimostrano una corsa ansante per rincorrere un diritto, quale la legittima rappresentatività di ogni liceo alla stregua degli altri.

3) La segreteria principale si trova al liceo scientifico E. Fermi così come la sede del dirigente.

4) L’odierna dicitura del polo liceale pone in un piano superiore il liceo E. Fermi, rispetto agli altri due licei, perché, come già scritto, in ogni circolare e documento scolastico, è scritto: “Istituto di istruzione superiore E. Fermi “, e solo sotto: “sedi associate: liceo scientifico E. Fermi, liceo artistico F. Costantino, liceo classico G. Manno”.

Ma c’è di più, per comprendere quanto i danni da me ritenuti in merito all’accorpamento scolastico siano tutt’ora attuali, è bene focalizzarci ora su un dato pubblicato ieri, il quale contiene i risultati dell’elezione del/della rappresentante d’istituto per la consulta provinciale. Vediamo la rappresentanza del liceo scientifico e del liceo classico. Il liceo artistico invece?

Non può meravigliarci tanto un risultato simile, dato che la sola quantità e la “razionalizzazione” economica sono i punti saldi su cui puntare per il “progresso” tanto spettacolarizzato e amato fittiziamente dal liberalismo odierno. Perché è chiaro che il liceo scientifico e classico essendo numericamente maggiori, saranno inevitabilmente messi in primo piano rispetto al liceo artistico, quantitativamente debole. Ma non si era detto che l’accorpamento doveva tutelare l’esistenza di un istituto e liceo, perché se lasciato alla sua autonomia senza una popolazione studentesca conforme alla legge sarebbe stato peggio?

Qual è il privilegio oggi, del liceo artistico algherese entro l’accorpamento scolastico?

Forse si risponderà con motivazioni economiche? Non ritengo valida una giustificazione simile. Non ritengo valido e onesto, tagliare fondi e creare poi palliativi, come l’accorpamento scolastico. Se i sostenitori dell’accorpamento pensano che sia necessario rimanere accorpati perché contrariamente si perdono persino i fondi che vengono dati al polo liceale, non vedo alcuna differenza con un operaio mal pagato che stringe fra i denti l’unico pezzo di pane rimasto, senza lottare per altro. Questo non è un indice di “vitalità scolastica”, bensì la disperata, rassegnata e smorta sopravvivenza, per elemosinare denaro. Chi vorrà soffermarsi nel fiato corto perché si respira comunque, per non rischiare di raggiungere l’autonomia, non vorrà il bene di una scuola, ma solo la sua affannosa esistenza rimanendo sempre più subordinata al concetto di scuola-azienda, che nel caso dell’accorpamento scolastico, ingloba le aziende minori a favore di una grande azienda. L’accorpamento ha creato l’unione ipocrita, dove l’unico aspetto che viene incluso è la soppressione dell’autonomia del liceo, continuando a perpetuare danni ai licei non conformi alla riforma in merito al limite minimo di studenti per un liceo autonomo.

Chiedo dunque di mobilitarci per i seguenti obiettivi:

1) La decentralizzazione della gestione della scuola. Perché il decentramento favorisce una maggior conoscenza della realtà scolastica che viene presa in analisi per ogni decisione, poiché, invece di tre realtà sotto un unico dirigente, è più efficace l’autodeterminazione di ogni liceo, regolandosi ognuno in maniera più diretta.

2) Una libera e serena elezione del/della rappresentante d’istituto e della consulta provinciale. Perché il diritto ad essere studenti e studentesse che prendono in mano la propria scuola, senza che vengano emarginati/e e il loro diritto delegato a terzi, è un diritto fondamentale.

3) La segreteria principale dev’essere di ogni liceo. Perché non vi dev’essere anche in questo caso, una centralizzazione burocratica, costituita da:

– Materiali distanze dal liceo Manno e Costantino.

– Aumento della lentezza burocratica.

4) Inoltre, rinnovamento dell’odierna dicitura, perché l’identità di un liceo si costruisce anche con i termini.

5) Critichiamo la soppressione dell’autonomia delle realtà scolastiche con una minor densità della popolazione studentesca, per essere accorpate. Crediamo nella maggior efficienza nei contesti dove non vi sono classi pollaio, e anche dove i licei e gli istituti possono presentare una quantità di iscritti, minore rispetto alla legge.

Se il problema da considerare è inerente alla quantità di studenti e studentesse iscritti/e in un istituto o in un liceo, la soluzione non è nell’accorpamento, ma rientra nell’analisi dello spopolamento e dell’abbandono scolastico; cercando soprattutto, di condurre un’analisi sulla situazione sarda.
Spostiamo il dito davanti a noi, guardiamo oltre. Gettiamo l’accorpamento scolastico e analizziamo i veri problemi geopolitici senza nasconderci nel concetto ipocrita dell’unità.

Cristian Augusto Grosso

1 commento

Ignazio Chessa ha detto...

Sono molto solidale con tutti gli studenti e considero che questa chiamata alla conquista dei propri insindacabili diritti allo studio, sia importantissima per frenare questo declino della scuola asservita ai numeri e all'economia come asserisce C.A.Grosso. Ritengo importantissimo l'uso delle parole e delle diciture, perché le fanno passare come cose ininfluenti ma invece sono il seme per creare il pregiudizio, la discriminazione e la distribuzione di privilegi sempre ai figli , dimenticando i figliastri. Grazie